Linea dura dellUnione Europea: sanzioni per il regime birmano
9 Ottobre 2007 - 03:10La polizia della giunta comunista cerca dimpossessarsi dei pc dei funzionari locali dellOnu per carpire i nomi degli oppositori
da Kler Lawseh (Est Birmania)
È una caccia lenta, ma minuziosa. Un inseguimento insolente ed irrispettoso capace - dopo aver violato pagode e santuari - di bussare alle porte delle più intoccabili istituzioni internazionali. E così venerdì i militari e i servizi segreti birmani - alla ricerca dei dissidenti e di chi ha appoggiato la loro lotta - sono arrivati agli uffici dell'Onu. Pretendevano di sequestrare i dischi rigidi dei computer, speravano di metter le mani su nuove liste di dissidenti, d'individuare i funzionari locali responsabili dell'invio allestero di foto e filmati delle dimostrazioni. A raccontarlo sono stati alcuni anonimi funzionari dell'Onu indignati per quell'improvvisata ed estemporanea intrusione. «Anche quest'ennesima mossa fa parte della sistematica e spietata risposta alla protesta: prima si sono concentrati su chi ha partecipato direttamente alle dimostrazioni individuandolo attraverso i filmati; poi hanno arrestato i proprietari di telecamere e macchine fotografiche colpevoli di aver ripreso le proteste. Ora vogliono individuare i mezzi usati per trasmettere la documentazione e i responsabili dell'invio».
La giunta militare vorrebbe insomma chiudere il cerchio, sigillare il Paese sotto un'impenetrabile cortina di piombo e avere mano libera in caso di nuove manifestazioni. Il gioco per ora non sembra riuscire. Seppur sorpresi dall'irruzione, i funzionari Onu, quasi tutti ospitati al Traders Hotel di Rangoon, non si sono lasciati intimidire e hanno preteso una richiesta scritta indirizzata a Charles Petrie, coordinatore dell'Onu a Rangoon. Una volta messa per iscritto la richiesta si è bruscamente ridimensionata. «Dal punto di vista formale ci hanno chiesto soltanto l'esibizione dei permessi relativi ai telefoni satellitari - ha spiegato Charles Petrie - e noi abbiamo risposto di voler provvedere attraverso i consueti canali diplomatici».
Il gioco al rimpiattino non ha risparmiato un fine settimana di paura ed agitazione ai funzionari del Palazzo di Vetro e ai loro collaboratori locali. Dopo essersi chiusi a chiave negli uffici gli uomini dell'Onu hanno messo mano ai file più delicati distruggendoli uno dopo l'altro. Un'operazione di cancellazione informatica seguita dalla distruzione fisica di tutti i documenti cartacei contenenti indicazioni sulla trasmissione di dati via internet o via satellite.
La mossa dell'apparato repressivo birmano rischia comunque di rivelarsi alquanto maldestra. Il Consiglio di Sicurezza dellOnu sta infatti esaminando una bozza di risoluzione varata da Usa, Francia e Regno Unito in cui si condanna la «violenta repressione delle pacifiche dimostrazioni e l'uso della forza contro figure religiose ed istituzioni». La mozione, per quanto non vincolante e non collegata a sanzioni, rischia di aumentare la pressione sulla giunta militare birmana e incrinare la nicchia protettiva garantitale dai veti di Cina e Russia.
Sanzioni saranno varate dallUnione Europea lunedì prossimo, 15 ottobre, a Lussemburgo. Annunciando le decisioni Ue, il ministro degli Esteri DAlema ha aggiunto che saranno «misure efficaci».