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La lingua di Dante è tabù, corsi clandestini per i baby

Le mamme di etnia tedesca costrette a organizzarsi di nascosto

La lingua di Dante è tabù,
corsi clandestini per i baby

nostro inviato a Bolzano

La memoria, inevitabilmente, è corsa subito alle «Katakombenschulen»: nel Ventennio, i genitori di lingua tedesca organizzavano corsi di tedesco per i loro bambini, tutto questo in totale clandestinità, per sfuggire al rigido divieto del Regime, che voleva imporre soltanto l'italiano. Scuole catacombe: un secolo dopo, o quasi, ci risiamo. Come rivelato dal settimanale Zett am Sonntag, anche oggigiorno sono i genitori dell' etnia tedesca ad organizzare corsi di lingua per i proprio figli, ma stavolta alla rovescia: vogliono che i bambini degli asili imparino subito l'italiano. Pure stavolta, però, di nascosto: adesso è il governo locale dell'Alto Adige a mal tollerare i corsi.

Come ha spiegato pubblicamente il presidente della Provincia, Durnwalder, imparare due lingue assieme quando si è piccoli provoca la perdita dell'identità. Il ragazzino fa confusione. Potrebbe persino pensare di non essere tedesco. Machi sono i genitori tedeschi che fanno studiare l'italiano ai figli? Sono ovviamente persone che si preoccupano per le proprie creature. Sanno che per forza o per amore i piccoli crescono in unl uogo particolare,dove conoscere solo il tedesco o solo l'italiano provoca seri problemi: già a scuola, ma soprattutto là fuori, nel mondo che andranno a frequentare, fatto di lavoro e di relazioni. Questi genitori sanno bene cheimpararare ladoppia linguatra i tre e i sei anni risulta molto più naturale e molto più facile.

Purtroppo, però, imparare la doppia lingua in un asilo tedesco è impossibile. Come spiega ancora Durnwalder, «i tempi non sono maturi per imparare da piccoli due lingue simultaneamente ». Ovviamente da decennigli asili italiani insegnano anche il tedesco. In questa cornice, ecco la riedizione moderna delle «Katakombenschulen». Difficile sapere dove e quante sono. Ultimamente ne è partita una a Ora. A Sarentino, dopo aver invano supplicato per tre anni l'amministrazione provinciale, alcuni genitori si sonocosì organizzati: reclutata un'insegnante privata, hanno avviato il corso d'italiano fuori orario, fermando all' asilo i figli. Un'ora alla settimana, apropriespese (80 euro annuali a testa). Inutile però cercare un contatto con questi genitori: non vogliono comparire. Per nessun motivo. Temono che l'iniziativa venga affondata. Temono di essere comunque additati.

Quale aria tiri ai vertici del governo locale, del resto, è ben noto a tutti. Ancorai l presidente Durnwalder, in una recente intervista: «La scuola plurilingue? Funziona nelle valli ladine e potrebbe probabilmente andar bene anche nel resto d'Italia, non in Alto Adige. Perché mai? Semplice. Nel resto del Paese si parla italiano: ciò significa che i ragazzi hanno già una propria identità e conoscono la madre lingua. Qui invece viviamo in una terra dove convivono due gruppi, e quindi è necessario che ciascun ragazzo impari bene innanzitutto la propria madrelingua». Il clima è questo.

I bambini non devono fare confusione: meglio crescano parlando in unsolo modo, il tedesco. Perché abbiano chiaro da che parte sono nati e da che parte dovranno poi stare. Inevitabile, per chi voglia superare questi steccati, arrangiarsi in proprio. E sott'acqua. A Cornaiano, dove i corsi funzionavano già da qualche anno nella biblioteca, ora hanno deciso addirittura di spostarli in unambiente segreto. Per proteggere l'iniziativa, per evitare qualsiasi clamore. A scanso di rappresaglie. Rivelalamammapromotrice, solo a condizione di un rigoroso anonimato: «Non ho nemmeno fatto in tempo ad esporrel'annuncio,cheil corso era già al completo. Dopo tre anni, mia figlia se la cava benino con la seconda lingua: adesso non ha più paura di avvicinarsi ai bimbi italiani ».

Italia, 2007, novant' anni dopo una Grande Guerra.

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