L'insopportabile molestia dell'ipocrisia

Caro Granzotto, controcorrente voglio esprimere la mia umana solidarietà al capo della polizia di Colonia. Mettiamoci per un istante nei panni dei poliziotti di quella città: per anni hanno sentito cancelliera, sindaca e media boldrineggiare sullo straniero bello, buono, virtuoso, pacifico, adorabile. E poi si pretende che intervengano risoluti contro una bolgia di centinaia di migranti? Che untuosa ipocrisia.Marco Meschinie-mail Proprio così, caro Meschini. La «Polizei» è vittima - e con lei le centinaia e centinaia di donne scippate e molestate più o meno brutalmente - della scellerata «cultura dell'accoglienza» nella cui trappola cadde, poi amaramente pentendosene, Angela Merkel. E siccome la Merkel mena, non è un caso che Madama Boldrina, venerata maestra di quella «cultura», dalla notte di San Silvestro taccia. Muta come pesce. Non così, ahinoi, la truppa cammellata multiculturalista che di quanto accaduto a Colonia incolpa la cultura occidentale ostinatamente cieca alla bellezza democratica e trendy di quella islamica. Mirabile, nel suo vaneggiamento, Dacia Maraini, per la quale e a dispetto della verità, la canaglia stupratrice era tutta di seconda o terza generazione migratoria. Islamica sì, ma solo di nome essendo stata inquinata, appestata, dalla cultura maschilista occidentale (risultando l'islam - e chi non lo sa? - dichiaratamente femminista). Sublime, invece, Furio Colombo: essendo che le mandrie migranti sono composte da giovani maschi «abbandonati al loro destino», esse finiscono «per prendersi con la forza ciò che considerano un loro diritto ingiustamente negato: le donne».

E vai a vedere, allora, che per riparare al diritto negato la «cultura dell'accoglienza» non pretenda che un tot di donne occidentali collaborino alla riuscita di quella chicca multiculturale rappresentata, ora ne conosciamo anche il nome, dal «tharrush gamena». L'islamico stupro collettivo di piazza.

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