Stefano Fiore
Sabato inizia la nuova stagione di serie A. Josè Mourinho insegue il prestigioso obiettivo di vincere il secondo scudetto consecutivo italiano. Ma da ieri il portoghese è meno convinto di poter riuscire nell’impresa. «Il campionato sembra finito prima di iniziare» ha detto a Inter Channel. Perché questa “resa”? Mou ha preso sul serio le parole di Marcello Lippi a margine del trofeo Berlusconi; il ct, alla domanda di un cronista Sky sulla squadra favorita per il prossimo scudetto, aveva risposto secco: «La Juventus».
Una risposta non maliziosa, non ponderata. Di getto, di pancia. Si sa che il legame tra Lippi e la società torinese non si è mai spezzato. Eppure Mourinho non si fida. «Lippi ha mancato di rispetto: è la prima volta che un commissario tecnico, una persona con grande responsabilità istituzionale, dice una cosa del genere». Di tutt’altro avviso il tecnico viareggino: «Mi dispiace se Mourinho dà questa interpretazione: nella sua semplicità il mio era solo un pronostico, una delle ipotesi che si fanno prima che cominci il campionato. Ormai non si può più dire neanche mezza parola...». E condisce il tutto con altro pepe: «Mourinho mi sembrava una persona intelligente, mi dispiace interpreti diversamente: ma non c’è alcun problema».
Ma l’attacco frontale di Mou prosegue: «Anche se lo desidera, anche se lo pensa, questa è mancanza di rispetto. È normale che i giornalisti diano la loro opinione e dicano “la Juve vincerà il titolo”. È normale che lo dicano i dirigenti e l’allenatore della Juventus, ma è la prima volta che leggo di un ct che dice queste cose. Le sue parole mi fanno pensare molto». Che Mou senta odore di complotto? Ha paura che il ct sappia qualcosa sull’andamento del prossimo campionato?
«Il ct di tutti ha dato un suo indirizzo preciso a un campionato che deve ancora iniziare. Era un pronostico, ma esagerato. E a me questo non sta bene». E, secondo le intenzioni di Mou, non dovrebbe andare bene anche all’Italia intera: «Mi aspetto una reazione del calcio nazionale». L’unico a parlare è stato Cobolli Gigli, certo non proprio neutrale: «Ognuno è libero di esprimere la propria opinione».
Ed è proprio questo il vero nodo della polemica Mourinho-Lippi. Non tanto il gioco a impallinarsi tra due degli allenatori più permalosi del globo, piuttosto lo scontro di due opinioni profondamente diverse perché derivanti da due modi di pensare altrettanto differenti.
Mou pensa che il ct, proprio perché super-partes, non debba esprimere pareri; Lippi invece crede che l’equidistanza del suo ruolo gli permette di parlare liberamente senza incappare in sospetti o invidie.La cosa più bella è che un anno fa, di questi tempi, ci si domandava se sarebbe stata l’Italia a cambiare Mourinho o viceversa. Da ieri la risposta è meno complicata.
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