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"L'Italia ha indicato l'uscita dalla crisi Entro 4 anni il presidenzialismo"

Berlusconi a tutto campo nell'incontro di fine anno: "Per superare la recessione bisogna vincere la paura". E annuncia le prossime riforme. "A gennaio cominceremo con la giustizia. Il Paese è ormai maturo per l'elezione diretta del Capo dello Stato"

"L'Italia ha indicato l'uscita dalla crisi 
Entro 4 anni il presidenzialismo"

Roma Le donne abbiano la facoltà di scegliere se andare in pensione a 60 o magari a 65 anni. In ogni caso, il governo non intende mettere mano, nei prossimi mesi, ad una riforma del sistema previdenziale. Intanto, però, è intervenuto in maniera convinta per arginare gli effetti immediati della crisi. Ed è pronto a mettere sul piatto altre risorse per incentivare gli ammortizzatori sociali. Detto questo, bisogna finirla con il pessimismo, il clima negativo diffuso da giornali e tv. Anche perché, ad esempio, i dipendenti pubblici aumenteranno il loro potere d’acquisto.
È la questione economica, a cui si affianca però quella morale, a far da traino nel lungo incontro tra Silvio Berlusconi e i giornalisti, nella conferenza stampa di fine anno, svoltasi in serata a Villa Madama. Dove il premier rivendica l’azione portata avanti nei primi sette mesi di governo, sul fronte interno (emergenza rifiuti, Alitalia), ma anche sullo scacchiere internazionale (mediazione su conflitto georgiano, rapporti tra Usa e Russia, pacchetto Ue sul clima).
E così, è inevitabile tornare sulle inchieste che stanno coinvolgendo alcune amministrazioni locali di centrosinistra, con il Pd capofila, che s’intrecciano con la riforma della giustizia. Rimane su posizioni garantiste nel primo caso, anche se lancia un appello affinché Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino facciano un passo indietro, in modo da tornare presto alle urne. Nel secondo, invece, conferma l’apertura al dialogo da parte della maggioranza, pur rimarcando la condizione base: ovvero, i democratici si spoglino del loro «vestito giustizialista», mollando l’alleanza da «abbraccio mortale» con l’Idv di Antonio Di Pietro. In ogni caso, però, il Cavaliere ribadisce la sua indisponibilità a recitare una «farsa», qualora sedesse al tavolo, in prima persona, con chi lo insulta.
E se il presidente del Consiglio non si sbilancia sulle polemiche scaturite dalle parole di Gianfranco Fini, sulla posizione del Vaticano in merito alle leggi razziali del ’38 («Sto con la storia e la verità», commenta), sul fronte Rai sottolinea la necessità che si arrivi presto a nominare il nuovo Cda, criticando le mancate dimissioni di Riccardo Villari. Infine, Italia pronta al presidenzialismo, all’elezione diretta del capo dello Stato, mentre sul caso Englaro conferma la posizione espressa dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
Pensioni, parola alle donne
La proposta di elevare, da 60 a 65 anni, l’età pensionabile per le donne, «non è un’idea del ministro Brunetta», ma dell’Ue, premette Berlusconi. «La richiesta ci è arrivata il 13 novembre e dovremo rispondere entro il 13 di gennaio», ricorda, prima di aggiungere: «Riteniamo che debba essere una decisione delle donne, cioè una scelta facoltativa». In ogni caso, «non abbiamo intenzione di rivisitare il sistema previdenziale, né ora né nei prossimi mesi».
Ammortizzatori sociali, più risorse
«Abbiamo provveduto a raddoppiare le somme per gli ammortizzatori sociali e abbiamo in animo di aumentarle - è prioritario - al fine di garantire supporto anche a quei lavoratori che dovessero perdere il posto e a cui non viene dato accesso alla cassa integrazione guadagni», annuncia il premier. Poi, in linea con le preoccupazioni di Sacconi, riferisce che «stiamo esaminando la possibilità di un giudizio di qualche autorità che possa presiedere alla loro concessione alle aziende», per evitare che le aziende approfittino della crisi per licenziare.
Crisi, potere d’acquisto per statali
«L’Italia, il nostro governo, ha prodotto uno sforzo che è stato l’apripista delle soluzioni, raggiungendo una soluzione condivisa da tutti che ha dato autorevolezza in più al nostro Paese», ribadisce il presidente del Consiglio, riferendosi alle misure anti-crisi portate avanti dall’Unione europea. «Purtroppo - aggiunge - il clima negativo ha portato a ridurre i consumi anche per quelle categorie di lavoratori, come i dipendenti pubblici, che hanno aumentato il loro potere d’acquisto». Per evitare ulteriori ripercussioni, la ricetta quindi non cambia: «Bisogna iniettare speranza e fiducia nei consumatori». Il governo, intanto, «ha sul tavolo» anche la proposta tedesca di ridurre a 4 giorni la settimana lavorativa. Anche su questo punto, «abbiamo un continuo rapporto con sindacati e imprese. E con loro discutiamo su cosa possiamo fare».
Garantista, ma in Campania si voti
«Tangentopoli rossa è un brutto termine», ma comunque la si voglia chiamare, la posizione del Cavaliere non muta. «Sono e resto sempre un garantista - dichiara -. Per me un cittadino è innocente fino a quando non siano esperiti i tre gradi di processo». Detto questo, «dovrebbe essere naturale che i protagonisti delle giunte» coinvolte nelle inchieste, «decidano di dimettersi, permettendo nuove elezioni». Appello rivolto a Iervolino e Bassolino, sindaco di Napoli e governatore campano.
Giustizia: testo pronto, cercasi Pd
«La riforma della giustizia è pronta, ha come fulcro la separazione degli ordini dei magistrati giudicanti da quello dei pm», ma non prevederà «poteri di indirizzo e controllo del governo sui pubblici ministeri». Il provvedimento - ribadisce il premier - andrà in Parlamento, come «ddl verrà presentato al primo Cdm della ripresa, a gennaio». Il Cavaliere rilancia il suo auspicio verso un testo condiviso, anche per evitare, come avvenuto «troppo spesso», che «i processi, le accuse e le indagini vengano utilizzate come strumenti di lotta politica». Il premier, poi, spiega che ci sarà un «emendamento del governo» al testo sulle intercettazioni, per restringere - d’accordo con la maggioranza - la possibilità di intervento, per garantire «democrazia» e «privacy».
Io e Veltroni? Vorrei, ma non posso...
«È ora che il Pd definisca meglio la sua identità e dimostri di essere democratico nei fatti e non solo a parole», attacca Berlusconi. Che rimarca il suo no a sedersi ad un tavolo «con chi mi ha chiamato Hitler, Videla...», perché «sarebbe una farsa». Poi, non si espone sui futuri scenari interni («Non entro in casa d’altri»), ma aggiunge: «Saremmo i più felici ad avere una collaborazione con l’opposizione», ma nei democratici «ancora oggi non emerge la consapevolezza di doversi dividere da Di Pietro, che rappresenta un modo di vedere la società e la politica non democratico». In ogni caso, «ad un Paese senza opposizione, ne preferisco magari una violenta e irresponsabile».
Rai, Villari lasci per nuovo Cda
«Il fatto che Villari, che è un uomo dell’opposizione, non si dimetta» da presidente della Commissione di Vigilanza «e si sia provocato uno stallo è una cosa grave», commenta Berlusconi. Anche perché «non consente un nuovo Cda di un’azienda di cui abbiamo di che lagnarci, perché diffonde pessimismo e ansia».
Caso Englaro, parla Sacconi
«Non me ne sono occupato, ma apprezzo ciò che ha fatto Sacconi», afferma il Cavaliere, secondo cui «quella» del ministro «è la posizione del Governo». Ovvero, contrarietà all’applicazione della sentenza.
Georgia, decisivi. Lotta povertà a G8
L’Italia - sottolinea il presidente del Consiglio - ha avuto un «ruolo determinante» nella messa a punto del piano che ha fermato «a 15 chilometri da Tbilisi i carri armati russi». Grazie al quale si è risolta la crisi georgiana. «Abbiamo cominciato a lavorare - aggiunge - per ipotizzare un possibile incontro» tra Dmitri Medvedev e Barack Obama. E al G8 del 2009, con la presidenza italiana, «il tema dell’aiuto alle popolazioni povere avrà una posizione prioritaria».
Il mio successore? Spero nel 2013
Al termine della Legislatura, «mi auguro che il centrodestra trovi qualcuno che mi sostituisca».

Il premier, tra l’altro, auspica che il suo successore «possa emergere dalla nuova classe politica», visto che «abbiamo tanti giovani ministri».

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