La lite della Quercia fa tremare la Regione

Paola Setti

Si firmano entrambi così, «presidente», l’uno della giunta, l’altro del consiglio regionale. Nero su bianco, i vertici della Regione si mandano elegantemente a farsi benedire, e insomma la lite fra due «compagni» coinvolge l’intera istituzione, con buona pace dei «presidenti di tutti». La questione è la solita: Mino Ronzitti insospettato Jack Frusciante che esce dal gruppo, quello unico fra Ds e Margherita in Regione, perché secondo lui trattasi del primo passo verso il partito democratico che, dice, mai mi vedrà consenziente.

A lanciare il guanto di sfida è stato Claudio Burlando, che l’altro giorno in una nota ha scritto che «è stato un errore che adesso paghiamo, non aver fatto subito il gruppo unico, perché è abbastanza logico che se ci si presenta insieme alle elezioni poi si sta insieme nell’assemblea in cui si è stati eletti», aggiungendo che, comunque, Ronzitti resta presidente dell’assemblea perché in fondo non esce dall’Unione. Ieri Ronzitti ha risposto lanciando stracci e sì che, premette, si era ripromesso (...)

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