Antonio Lodetti
da Milano
Otto giorni al Live 8 e la squadra italiana è ancora tutta da costruire tra adesioni entusiastiche da un a parte e dubbi e polemiche dallaltra. Stavolta è deciso: Ligabue e Claudio Baglioni, Laura Pausini e Pino Daniele, Elisa e i Negrita terranno alta la bandiera della nostra vipperia rock unendosi a Biagio Antonacci, Irene Grandi, Antonello Venditti, Tiromancino. Il Liga ha sciolto ieri le riserve; abbandonerà per qualche ora la registrazione del nuovo disco e canterà un paio di brani da solo, senza band, accompagnandosi alla chitarra acustica. Ancor più convinto Baglioni che lancia un appello. «Bisogna esserci. Noi artisti abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce per problemi così gravi. Certo non bisogna buttarsi dietro qualunque appello, ma questa è una cosa seria, non ci sono soldi di mezzo. Ho parlato a lungo con Geldof e mi ha convinto. Vorrei che gli artisti italiani abbandonassero la diffidenza e si unissero per questa causa. Siamo lultima provincia dellImpero, ma a volte lo vogliamo noi. Lasciamo da parte lo show business con le sue regole spietate, questo non è lOscar della musica, non vogliamo che sia una passerella di lusso: se vogliamo labbraccio dei popoli cominciamo col far abbracciare tra loro i vari generi musicali. Paul McCartney suona con gli U2, cerchiamo di imparare da loro. Vedrete che alla fine saremo in tanti: ci sarà anche Renato Zero». Bob Geldof incassa e ringrazia. «Questo è lo spirito del Live 8: grazie Baglioni, grazie Ligabue. La musica è la voce più forte che abbiamo». In attesa della conferma di Zero, danno lok il cantautore-bluesman Pino Daniele ed Elisa, che dopo lo show correrà al concerto di Fucecchio, in modo da non perdere neppure una data della sua tournée. In prima fila anche i Negrita; messi i dubbi nel cassetto, anche loro saranno sul palco del Circo Massimo. «Ventanni fa eravamo ragazzini e il Live Aid segnò le coscienze della nostra generazione. Oggi per noi suonare su quel palco, oltre ad essere sinonimo di continuità, è un dovere come musicisti e come uomini. Le ricchezze del mondo sono distribuite in modo insensato e lAfrica sta chiamando. Dobbiamo capirlo tutti».
Accanto ai no conclamati (Vasco Rossi, i Subsonica che smentiscono il loro coinvolgimento, Eros Ramazzotti il più duro: «È una rievocazione nostalgica, unoperazione commerciale», il re del blues africano Ali Farka Touré) cè anche chi avrebbe voluto esserci, ma è rimasto stritolato dai farraginosi ingranaggi dellorganizzazione. Cesare Cremonini ad esempio aveva assicurato la sua partecipazione, ma da Clear Channel, che organizza levento, gli è stato risposto: «Il cast è completo». Ora che il suo nome torna inaspettatamente in cartellone lex Lunapop ha altri impegni e dichiara sconsolato: «Era il sogno della mia vita onorare la storica esibizione di Freddie Mercury, ma con grande dispiacere sono costretto, per cause organizzative, a non poterlo concretizzare».
Sempre in dubbio anche Jovanotti, che vuole garanzie e aspetta ancora di incontrare Bob Geldof. «Molti giornali sono polemici verso gli artisti che hanno detto no - ha scritto Jovanotti sul suo sito - interpretando questo rifiuto come un gesto egoista. Nessun media ha pensato che dietro a questo no possano esistere legittimi dubbi sulla gestione italiana dellevento. Non siamo più negli anni Ottanta, oggi non sono permesse ingenuità, la lotta alla povertà non è una scampagnata estiva, la musica mette in campo emozioni forti. Bob Geldof è una garanzia, Bono è una garanzia, ma loro sono in Inghilterra.
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