Lombardia, gli aumenti nel carrello ci costano 27 euro

E’ un 2011 «salato» per le tasche lombarde. Lievitano i prezzi dei prodotti alimentari e il carrello è sempre più economicamente pesante per le famiglie. Soprattutto a Milano, la città dove la spesa è una delle più gravose di tutta la Lombardia, con un rincaro del +2,4%. Non solo, ma sono più «pepati» per il portafogli il caffè al bar, cresciuto in media del 2,7% in un anno - nel capoluogo costa 0,90 centesimi in più rispetto al 2010 - e un piatto tendenzialmente economico come la pizza, aumentata del 2,2%. Se nell’aprile dello scorso anno per una margherita si spendevano in media 10 euro, nello stesso mese di quest’anno il medesimo prodotto costava 10,5 euro in uno dei tanti locali sotto la Madonnina. Un rincaro dello 0,5%. Allo scopo di proteggere le nostre finanze, nei vari negozi si registra una vera e propria caccia alle promozioni e alle «carte fedeltà», che fino al 24% del risparmio.
I dati emergono da una ricerca realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di «Ref-Ricerche per l’economia e la finanza». Lo studio, eseguito su tutto il territorio regionale, è stato presentato ieri alla Camera di Commercio monzese. E’ stato verificato che sull’intera area lombarda i prezzi delle vivande salgono in un anno del 1,4%, percentuale che significa un costo di 27 euro di più per una normale spesa. La città più colpita in assoluto dall’ascesa è Lodi con il +3,3%, seguita immediatamente dal capoluogo della Lombardia. Nonostante Lodi sia in vetta alla classifica per gli aumenti, paradossalmente insieme a Como resta il luogo più economico. Nei due centri il costo della spesa vale il 5,1% e il 7,2% in meno rispetto alle media regionale.
Ma il pragmatismo della famiglia milanese non cede di fronte a questa tendenza al «salasso». I consumatori si dimostrano scafati, previdenti e cercano di godere delle promozioni che presentano i punti vendita delle grandi catene distributive. Boom, quindi, degli sconti, delle occasioni, del prendi tre e paghi due. Acquistando il prodotto di marca col ribasso il prezzo si avvicina al livello del valore del marchio più commerciale.
Caffè a parte, tra le consumazioni al bar che svuotano maggiormente le nostre tasche ci sono la brioche e le bibite, più care del +3,6% e del 3,3%.

Mentre tra i beni alimentari di largo consumo quelli che si sono fatti più preziosi sono lo yogurt +4,8%, la mozzarella +3,35%, il parmigiano reggiano +7,7%, i biscotti +8,2% e il caffè +12,1%. Più economico diventa invece il pane, -2% (le percentuali sono state rilevate a Monza).

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