La Lombardia fa saltare il tavolo sulla 194

Formigoni batte il ministro Turco uno a zero. A voler guardare il dibattito sulle linee guida per l'applicazione della legge 194 come una sfida sportiva, la Regione potrebbe dirsi in vetta al podio. Il secco no alla proposta del governo, l'ha fatta archiviare, definitivamente. Il primo scontro risale alla Conferenza unificata stato-regioni di giovedì scorso, l'ultimo è di ieri pomeriggio: davanti alla determinazione dell'assessore alle Finanze Romano Colozzi, la questione è stata addirittura tolta dall'ordine del giorno. «È un no politico», lamenta il ministro per gli Affari regionali, Linda Lanzillotta. «La scelta di portare all'attenzione delle Regioni le linee guida sulla legge 194 nel mezzo della campagna elettorale - precisa Colozzi - non l'ho fatta io, ma altri».
Al centro della querelle, la mancata disponibilità da parte della Turco ad accogliere le richieste presentate dalla Lombardia, a cui poi si è associata anche la Sicilia.

Ecco un esempio: «Il documento sembra più a favore dell'educazione sessuale e della contraccezione rispetto alla corretta applicazione della 194». Per non parlare delle lacune: «Non viene detta una parola circa le cure da prestare al feto abortito; mentre noi abbiamo previsto l'obbligatorietà di porre cure fino alla ventiduesima settimana di gestazione».

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