Ciak, si gira. Da un anno a questa parte, la città della Madonnina si è trasformata dalla surreale Manhattan di «Happy Family» di Salvatores, alla Milano nera del film di Placido sul bel René, fino alla corte degli Sforza per il documentario con Philippe Leroy «Leonardo. Chi?», ospitato in questi giorni al Festival del Film di Roma. È la prima volta dagli anni 90 che un lungometraggio diretto e prodotto in Lombardia (il regista è il varesino Salvatore Nocita, mentre la casa produttrice è lOfficina della Comunicazione di Bergamo) è invitato a un premio prestigioso e internazionale come quello della capitale: un traguardo che la Lombardia Film Commission, partner istituzionale insieme alla Regione e alla Veneranda Fabbrica Ambrosiana, non poteva lasciarsi sfuggire, in unottica di sviluppo e di rilancio dellindustria cinematografica lombarda.
«In passato spiega Alberto Contri, presidente di Lombardia Film Commission dal 2009 -, tra gli ostacoli che allontanavano i produttori dalla regione, cerano leccesso di burocrazia, la mancanza di servizi dedicati e le ingenti imposte, come la tassa immagine o quella per loccupazione del suolo pubblico, che in altre città erano state eliminate da tempo. In meno di un anno continua Contri - siamo riusciti a far abolire le tasse e facilitare i permessi, abbiamo creato sedi territoriali a Lecco, Bergamo, Mantova e Busto Arsizio e migliorato la qualità dei servizi, tali da consentire, in tempi di tagli ai fondi pubblici, oggettive fonti di risparmio». I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Questestate, oltre a Philippe Leroy nei panni di Leonardo, Milano ha ospitato i comici Aldo, Giovanni e Giacomo per il film «La banda dei Babbi Natale» nelle sale da dicembre, ha accolto una grande produzione americana per il reality «Americas Next Top Model» che andrà in onda nei prossimi giorni su Sky, ha ottenuto i primi contatti con la Cina e con una produzione di Bollywood, senza contare la diretta tv in 148 Paesi del «Rigoletto», girato lo scorso settembre a Mantova per la regia di Marco Bellocchio. Ma in programma cè anche un film a Villa Reale, mentre proprio in questi giorni, un teatro di posa di via Mecenate ospita le riprese di «Dreamland», opera prima di Sebastiano Ravagnani con Martina Stella e Barbara Bouchet nel cast, ambientato in una Little Italy di Milwaukee degli anni 70 e girato in parte a Milano e in parte negli Stati Uniti, in collaborazione con la Columbu Production.
«Oggi - spiega Contri - chi gira un film in Lombardia può contare sulla disponibilità degli uffici (tra cui un work-station gratuito dove fare i montaggi e vedere il girato giornaliero) e sulla consulenza nelle varie fasi di lavorazione, comprese la ricerca delle location, che in regione sono oltre 26mila, le convenzioni con gli hotel e il reperimento degli sponsor». Il primo obiettivo, infatti, è attirare produzioni di fiction di lunga serialità creando alleanze con i settori trainanti delleconomia milanese come la moda o il design. Quanto alle location, «ci stiamo accordando con il Fai per promuovere le loro ville come set cinematografici, ma a prezzi ribassati e competitivi».
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