Al Lorenteggio schiavi dei rom e del rumore

In via Solari e piazza Napoli regna il posteggio in doppia fila

Chiara Campo

In via Lorenteggio 178, un anno fa, hanno trascorso le ferie a fare le «sentinelle». Ronde notturne per difendere le proprie case dai rom, e potrebbero esserci costretti anche quest’estate. Residenti obbligati a dormire di giorno per sopportare le «guardie» neanche fossero in guerra, pronti a sbarrare il passo agli occupanti abusivi che hanno già vinto la battaglia su diversi alloggi, e la convivenza è pesante: la cattiva abitudine di gettare i rifiuti dalla finestra è ancora la più sopportabile. Fotografie della zona 6, dove la gente è stufa della sicurezza fai-da-te, vuole interventi decisi da parte delle forze dell’ordine. Come in via Odazio, dove il parco è un bivacco di zingari. La mattina si ritrovano per dividersi le strade dove andare ad elemosinare. In piazza Tirana e al Giambellino invece siamo di fronte all’«islamizzazione», quasi tutti i negozi sono gestiti da stranieri che non rispettano gli orari di apertura e chiusura, lavorano ogni domenica in barba alle regole che valgono per tutti (gli altri). Immagini di una città di frontiera, che sembra lontana anni luce - ma dista solo un paio di chilometri - dal quartiere alla moda stretto tra le vie Savona, Tortona e Voghera. Giorgio Armani trasformerà le fabbriche dell’ex Nestlè nel suo quartier generale, tante griffe stanno facendo la corsa per aggiudicarsi a caro prezzo un indirizzo per gli show room, è un proliferare di locali alla moda frequentati da artisti e creativi. Con poca pace per i residenti.
Il comitato degli abitanti di Savona-Voghera-Tortona denuncia il «livello di rumore causato di notte dai numerosissimi locali, la clientela giovane fa schiamazzi fino alle 2 o 3 di notte, i gestori distribuiscono senza problemi bevande che vengono consumate sui marciapiedi». E non tralasciano gli eccessi, dalle «gare motociclistiche con mezzi smarmittati» alle «esibizioni di moto» alle «feste di vario genere in strada, con abbandono di bottiglie e pattumiera». Via Savona e Tortona sono i «nuovi» Navigli.
La battaglia del rumore, va detto, non risparmia nemmeno quelli tradizionali: quest’anno il braccio di ferro tra commercianti e residenti ha fatto partire l’isola estiva in ritardo. E lo scontro questa volta è doppio, visto che è ancora un’incognita la partenza oppure no della pedonalizzazione delle alzaie tutto l’anno, con gli accessi bloccati dai pilomat (già piazzati) e ingresso consentito solo ai residenti muniti di telecomando, e il sindaco Letizia Moratti a breve dovrà prendere una decisione. «Pedonalizzare le alzaie tutto l’anno non è negativo - ammette il rappresentante dei commercianti di Navigli Domani, Daniele Gionta - ma prima vanno garantiti i posteggi per chi viene da fuori». E si sa che per il maxiparcheggio sotto la Darsena ci vorrà almeno un altro anno. Da una parte il fronte degli esercenti, per i quali l’isola trasformerebbe i Navigli in un «divertimentificio» 365 giorni all’anno, e si tradurrebbe nella moltiplicazione degli affari; dall’altra i residenti - soprattutto i più anziani - che già ogni estate sopportano malvolentieri il rumore e le bancarelle degli abusivi fino a tardi, e vivono come un incubo l’ipotesi che il caos si moltiplichi per tutte le stagioni. Al quadro va aggiunto il problema dei parcheggi, un disco rotto in zona 6.

Li chiedono in via Tortona, in via Solari, in piazza Napoli e al Giambellino, dove tra cinema, ristoranti e locali, i residenti stufi di perdere le serate a cercare un posto libero hanno raccolto firme perchè le strisce gialle «sfondino» i confini della circonvallazione.

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