da Jerez de La Frontera
Sta bruciando le tappe, e nel ruolo di guastafeste Jorge Lorenzo si trova perfettamente a suo agio. «Il mio obiettivo è diventare il numero uno del team Yamaha: so che sarà difficile, perché qui c'è Valentino Rossi, ma io non ho paura di nessuno», aveva detto alla vigilia del mondiale. E ora è lì, davanti a tutti nelle libere spagnole, dopo aver conquistato la pole e il secondo posto in gara al debutto in Qatar. Nuovamente davanti a Rossi, con Casey Stoner solo sesto e vittima di una scivolata. «Ma io non corro per battere Valentino, ma per fare meglio di tutti: non ho nemici in pista, solo rivali. Qui lui è sempre stato molto veloce, gli piace il circuito, può vincere. Ma io voglio provare a batterlo, anche perché per il momento sono quello più veloce».
Vent'anni, due titoli mondiali consecutivi in 250 con l'Aprilia, Lorenzo è stato scelto dalla squadra Yamaha per rimpiazzare l'inconcludente Colin Edwards, ma nelle intenzioni di chi l'ha messo nello stesso box di Rossi, seppure diviso da un muro di gomme perché Jorge ha le Michelin e Valentino le Bridgestone, Lorenzo doveva rappresentare il futuro, non il presente. L'imprevedibile, però, sta accadendo, anche se, naturalmente, è troppo presto per emettere verdetti. E il primo a saperlo è proprio il nuovo, aspirante fenomeno di Palma di Maiorca. «A Valencia, dopo l'ultimo Gp, se sarò davanti a Rossi potrò dire di essere il numero uno del team, ma adesso l'obiettivo è di rimanere con i piedi per terra, pensando gara per gara.
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