«Loro gli assi, noi 15 minuti di amnesie»

da Milano

A San Siro finisce 3-1 per l’Inter. La Lazio torna con una sconfitta che rallenta il cammino per una zona Uefa, allettante soprattutto sulla carta. Peccato perché i nerazzurri non battevano i biancocelesti in casa da 13 anni. Per sfatare questo piccolo tabù c’è voluto un Recoba in gran spolvero, anche questa una notizia. La Lazio resta così a quota 42 e viene scavalcata dal Chievo.
Zero punti non fanno la felicità, anche se al termine della partita Delio Rossi non sembra poi così amareggiato, anzi. «Che devo dire? Abbiamo fatto la nostra partita in un campo ostico come San Siro, ma l’Inter ha giocato alla grande con tutti quei campioni che ha». Un’ammissione, quella del tecnico biancoceleste, a cui fa seguito il plauso ai propri ragazzi: «Tranne il primo quarto d’ora, dove l’Inter ha avuto una certa supremazia territoriale, la squadra ha giocato bene, tanto che potevamo pareggiare la partita. Fino al terzo gol la parità era un risultato che poteva starci, poi il loro gol ha chiuso la partita». Già, il primo quarto d’ora, è sembrato l’emblema della Lazio fuori dalle mura amiche, meno sicura sul possesso palla e troppo timorosa nel proporsi in attacco. «Io credo - dice Rossi - che i miei abbiano in un certo senso regalato i primi due gol all’Inter, sbagliando l’approccio ai primi 10-15 minuti e difendendo troppo bassi».
C’è comunque spazio per la critica costruttiva: «Noi paradossalmente siamo andati in difficoltà sulle palle lunghe, a volte siamo stati anche leziosi». Una battuta di arresto che può significare il ridimensionamento di certi obiettivi?. «Domenica vinciamo e siamo fenomeni - ironizza Rossi - poi perdiamo la settimana dopo e siamo dei brocchi, mi dispiace ma ci vuole misura nei giudizi, c’è ancora tempo sufficiente per raggiungere una posizione di classifica più consona al valore della squadra, noi cercheremo di non abbatterci oltre misura».
Tra i laziali continua a brillare la stella di Goran Pandev, che da giovane indomito di belle speranze è diventato, assieme a Rocchi, l’attaccante più in forma della Lazio. Il macedone ieri ha segnato il settimo sigillo in campionato (lo aveva quasi annunciato), il suo record. «Beh, lui viene da una certa area geografica dove i giocatori spesso si accontentano della giocata, del passaggino filtrante, del colpo di tacco ad effetto - puntualizza Rossi -. Goran è uno di questi, deve migliorare in quanto a concentrazione e dedizione, e devo dire che durante la settimana e in partita gli stò molto a presso, forse troppo. Diciamo che da certi giovani di talento mi aspetto molto, Pandev è un grande giocatore che può diventare un ottimo calciatore».
Poco distante il macedone sorride e porta a casa: «Contro i nerazzurri abbiamo fatto un’ottima gara, di più non potevamo fare».

Poi sulle polemiche che aveva sollevato, parlando del suo passato nerazzurro, aggiunge: «ringrazio l’Inter perché mi ha portato in Italia, poi è andata in un certo modo. Ora però sto bene alla Lazio».
Chiusura, senza grandi sussulti, sulla partita: «Non è bastato giocare bene contro la squadra di Mancini, pazienza, ora speriamo di fare meglio nelle prossime otto partite».

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