Tra Lotito, Abete e Petrucci finisce a pesci in faccia

Insulti, minacce, rischi di deferimento. Al termine di una giornata convulsa sulla vicenda dell’utilizzo dell’Olimpico da parte della Lazio, arriva almeno la certezza che il club biancoceleste potrà giocare lì le partite casalinghe della prossima stagione: evitato il rischio di una mancata iscrizione al torneo di serie A. Il punto di svolta, secondo il Coni, è la sentenza del tribunale civile di Roma che accoglie l’istanza della Coni servizi e impone al patron biancoceleste, con un decreto ingiuntivo, il pagamento del debito pregresso di 2 milioni e 60mila euro.
Giornata convulsa, si diceva. Iniziata con il forfait di Petrucci al tavolo organizzato dal Prefetto di Roma Pecoraro per risolvere la situazione. Proseguita con le velenose dichiarazioni di Lotito: «Il fatto che l’Olimpico sia l’unico impianto a norma a Roma non deve portare il Coni a dire “o accetti queste condizioni oppure non giochi”: questo tipo di atteggiamento, a livello giuridico, si configura come un’estorsione e un abuso di potere e noi andremo in tribunale». Queste dichiarazioni, lanciate dalle agenzie di stampa, fanno drizzare le antenne del presidente Figc Abete che denuncia il comportamento di Lotito alla Procura federale. Immediata anche la dura replica di Petrucci: «Non ho mai udito un dirigente sportivo, peraltro consigliere federale, esprimersi in questo modo nei confronti della massima istituzione dello sport italiano. Da un imputato per frode sportiva davanti a un Tribunale della Repubblica, questo è un bel messaggio di onestà intellettuale. Su una cosa sono però d’accordo con Lotito: andiamo davanti a un giudice e poi vedremo a chi darà ragione».


Il livello della querelle raggiunge i massimi livelli, ma il nulla osta concesso dal Coni per l’uso dell’Olimpico - forte della decisione del Tribunale - smorza le tensioni di giornata. La parola fine non sembra però essere lontana.

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