Lotta aperta tra il partito e Chiamparino «Il sindaco ha tendenze autoritarie»

È guerra aperta tra il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e la direzione locale del Partito democratico. Chiamparino, spalleggiato dalla presidente del Piemonte Mercedes Bresso, contesta i vertici locali del partito, un gruppo dirigente in cui – ha scritto il sindaco in una lettera aperta al segretario e al presidente regionale del Pd – «gli interessi delle componenti predominano sugli interessi generali del partito stesso». Per manifestare il suo dissenso Chiamparino ha deciso di disertare la prima Festa democratica della sua città, un gesto simbolico che ha costretto Veltroni ha pronunciarsi sul caso Torino difendendo il sindaco (e ministro per le riforme del suo governo ombra). «Caro Sergio, sei una risorsa indispensabile», ha scritto il leader del Partito democratico sulle colonne della Stampa. Ma tre parlamentari del Pd e altrettanti consiglieri regionali sono scesi in campo per difendere il segretario regionale del partito, Gianfranco Morgando: «La sua vittoria alle primarie – affermano in una nota congiunta – non è stata ancora accettata» da Chiamparino e Bresso.

A cui gli autori della missiva riconoscono la capacità «di amministrare bene», ma negano «la possibilità di ergersi difensori contro una lottizzazione che non c’è». I dissidenti del partito locale attribuiscono al sindaco una tendenza «autoritaria», aggettivo che ha mandato su tutte le furie Chiamparino tanto da fargli ripensare addirittura l’iscrizione al partito.

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