Cultura e Spettacoli

Lotta continua in difesa del signor Ricci

Bravo Sofri, così si fa. Tommy Hilfiger dovrà vedersela anche con noi. Scendiamo in campo con te in difesa del signor Gianfranco Ricci, giornalaio di piazza Antinori a Firenze, al quale è stato intimato dagli avvocati della multinazionale americana di «rimuovere entro e non oltre le ore 12 del 20 settembre l’edicola». Adriano Sofri denuncia l’episodio sul Foglio di ieri dove racconta che il chiosco del signor Ricci, secondo i legali americani, sarebbe di disturbo alle nuove e fiammeggianti vetrine del negozio Hilfiger di prossima apertura. Per cui se l’edicolante non si sposta gli chiederanno 50mila euro al giorno per «danni dubiti e subendi».
Quel chiosco, è vero, non ha niente di speciale. Ci abbiamo comprato le figurine prima di andare a scuola e i giornali prima di andare in Università. E ci abbiamo sfogliato le riviste patinate mentre aspettavamo l’autobus, l’11, il 6, il 36 e il 37, le linee Ataf di noi che abitavamo Oltrarno. Ci abbiamo passato parecchio tempo lì davanti e il signor Ricci non l’avevamo mai notato, perché era normale che lui stesse lì e che lì ci fosse quell’edicola. Sono quei personaggi e quei luoghi che ti accorgi della loro esistenza solo quando non ci sono più.
Quel chiosco però è bene che non si sposti di un millimetro da dove è sempre stato perché troppi se ne sono già andati da via Tornabuoni. Pezzetto dopo pezzetto, quella strada è diventata un luogo triste. Se ne sono andati la Profumeria Inglese, la libreria internazionale Seeber, la libreria antiquaria Caldini, il bar Giacosa e al loro posto sono arrivati i Jeans di Cavalli, le scarpe e i marchi da turisti ricchi americani e giapponesi. Siamo nostalgici? Siamo no-global? Anti moderni? Non credo, però sappiamo che se il signor Ricci sarà costretto ad andarsene, con il suo chiosco se ne andrà un altro pezzetto di civiltà.


E la prossima sarà la volta del vinaio di via dei Tavolini che disturba per troppi schiamazzi o del trippaio di via de’ Cerchi, che dovrà spostare il suo barroccio perché i suoi odori non sono di gradimento all’olfatto troppo sensibile del nuovo ricco di turno.

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