Di lotta e di governo

Può pensare di rappresentare i milanesi e di amministrarli da Palazzo Marino un politico che sceglie di schierarsi con gli autonomi in presidio e non con i commercianti e i milanesi che fanno compere? Può aspirare alla vittoria Giuliano Pisapia, un candidato che sceglie i professionisti della piazza a scapito di chi vuol trascorrere un sabato di serenità? Secondo il Pdl è questo il risvolto politico immediato dell’ennesimo sabato di tensione in centro - nel giorno probabilmente più importante dell’anno per i negozi dell’arteria commerciale storica di Milano.
L’avvocato ex Rifondazione Comunista, oggi candidato anche del Pd, ha parlato del caso-Buenos Aires nel corso di un’intervista all’emittente Radio Popolare, e lo ha fatto accusando: «È grave - ha detto - che si sia tentato di impedire un presidio antifascista, ma per fortuna c’è stata una grande mobilitazione che ha fatto cambiare idea». Pisapia ha sottolineato che «per la prima volta si è cercato di assegnare una sede comunale a una forza politica che si ispira a idee fasciste e neo naziste», e si è schierato apertamente - forse non poteva far altro vista la sua storia e il suo background - con l’inutile e pretestuosa manifestazione di autonomi e centri sociali. È su questo che viene criticato dal Pdl, che ricorda di aver spostato la sua manifestazione pro-governo proprio per senso di responsabilità. «Pisapia lo lasciamo là dov’è - riflette il vice coordinatore cittadino del Pdl Marco Osnato - non credo proprio che la città lo terrà in grande considerazione. Certo è grave che il candidato della sinistra difenda quattro antagonisti e aspiranti black bloc ingrigiti». «Spero però - continua Osnato - che in campagna elettorale non vada a fare promesse ai commercianti di corso Buenos Aires, altrimenti lo accoglieranno a braccia aperte». «Certo è - conclude - che questa sinistra nonostante tutte le sue velleità non si può considerare pienamente democratica e istituzionale, e in quel volantino che hanno distribuito ieri le sigle c’erano tutte, dal Pd all’Italia dei Valori alla Cgil».
Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato, ha parlato di «un’indegna prova muscolare» di Cgil, sinistra e centri sociali, che «in nome di una sede che non è mai stata aperta, hanno tenuto in scacco Porta Venezia, dove è andata in scena un’inutile cagnara». «Un’immotivata manifestazione - ha detto - che ha sortito come unici risultati blocchi stradali, disagi al traffico cittadino e il danneggiamento dei commercianti di Corso Buenos Aires. Cui esprimo la mia solidarietà, perché, come hanno detto, è stato rovinato un bel sabato di shopping pre-natalizio».
Analogo il commento dell’assessore regionale al Commercio Stefano Maullu: «Ha prevalso ancora una volta - ha detto il dirigente del Pdl - un’impostazione ideologica e di sopruso, a scapito dei commercianti di corso Buenos Aires e di chi aveva intenzione di trascorrere un sabato pomeriggio di serenità». Maullu aveva già manifestato solidarietà ai commercianti condividendo le loro preoccupazioni e la proposta di «vietare qualsiasi manifestazione politica in corso Buenos Aires».

«In caso contrario - aveva detto - dovremmo iniziare a preoccuparci per il futuro prossimo di Milano. Una città che non ha alcuna intenzione di rivivere l’orrore degli anni Settanta». Ma Maullu aveva anche criticato la gestione della vicenda da parte del Comune, definendola «dilettantesca e confusa».

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