Luccignolo

Povero Enrico Lucci, iena televisiva dallo sguardo triste, fanciullino pascoliano ai tempi dell’audience. Ieri, sul Corriere online, gli è toccato di difendere il servizio sui parlamentari drogati che per fortuna non è andato in onda: «Ha dato più fastidio rispetto ad altri servizi simili che abbiamo sempre fatto». Balle. Non hanno mai fatto niente del genere e soprattutto non hanno mai preteso di trarne un campione statistico. Hanno citato esempi risibili: servizi su ladri di motorini, su uno scafista, su un guaritore filippino. «Non volevamo ridicolizzare il Parlamento», dice Lucci. Balle. Sono anni che non fanno altro, per la gioia del loro target di ragazzetti e dei parlamentari gonzi che si prestano. «Abbiamo fatto un'inchiesta e sono usciti quei dati», dice Lucci. Balle. Hanno spacciato per confermativo un test presuntivo, hanno violato la privacy sanitaria, non hanno spiegato, soprattutto, con quale criterio hanno selezionato i parlamentari testati: chissà se Vladimir Luxuria, Paolo Cento e Francesco Caruso figuravano nell’elenco. Chissà se hanno capito che svergognare i parlamentari per la loro ignoranza (brava Sabrina Nobile) è diverso dallo sparpagliare qualunquismo pericoloso.

Poi va a gusti. Io sono un fan dello Sgarbi che rompe i Tapiri in testa, per me l’Enrico Cuccia che camminò imperturbabile per chilometri senza neppure guardare il giornalista che lo tampinava, che volete, resta un mito.

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