Lula e Trump a confronto. Cannes è "presidenziale"

Il film su "The Donald" è in concorso. Ma non vincerà...

Lula e Trump a confronto. Cannes è "presidenziale"
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Un colpo a sinistra e un altro a destra. Cannes rispetta la par condicio, che Oltralpe resta un mistero italiano e, quando scende in campo la politica, divide le attenzioni. Lo spot per la gauche internazionale ha una firma illustre, quella di Oliver Stone (foto), il regista di Platoon, che - nel presentare il suo documentario sul discusso presidente brasiliano Lula - chiede al pubblico: «Vogliategli bene, è un'anima bella». Sarà. E sarà anche che il suo rivale Bolsonaro non brilla per saggezza e sagacia. Tuttavia l'accusa ormai diffusa di fascismo piove sulla sua testa in un baleno. Non parliamo poi su quella di Sergio Moro, l'ex giudice e Guardasigilli, che mise sotto inchiesta Lula e lo mandò in galera nell'inchiesta «Car wash».

Compagni che sbagliano, direbbe qualcuno. In fondo può succedere anche nelle migliori famiglie. L'importante è che non succeda a destra, altrimenti si evocano altri fantasmi. Senza anagrafe e senza collegamenti visto che tutti gli ectoplasmi del fascismo agitati oggi a caso, il fascismo vero non lo hanno conosciuto essendo nati dopo. Fa niente, raffinatezze per amanti della cronologia. E della chiacchiera. Quella intorno alla rivolta di Capitol Hill che, se Dio vuole, non viene evocata da Ali Abbasi in The apprentice, film in concorso passato ieri sulla Croisette e dedicato a un giovane Donald avant Trump. E siccome il 2021 viene molto dopo l'inizio di carriera del mago del Maga («Make America Great Again») vivaddio resta fuori. Il titolo però è in gara, così, se non vincerà, come è quasi certo che accada, qualcuno potrà sbizzarrirsi con il primo editoriale beffa che tre quarti della stampa internazionale sta già sognando di scrivere. Ovvero, «Trombato Trump, Destra in crisi». Siccome la politica assomiglia molto al calciomercato, qualsiasi rumour va bene fino alla firma del contratto. Pardon, in questo caso, all'ultimo voto.

Naturalmente è già pronta la requisitoria della difesa - sempre sinistra, s'intende - per cui al discusso ciuffo, ahilui rossiccio, più

famoso del West e anche dell'East sarebbe stato riservato il lusinghiero palcoscenico del festival più prestigioso del mondo. Cannes, vetrina del cinema e stavolta della politica. Poi al via le danze. Hmm. Cioè, le urne.

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