Lunedì prossimo, 3 settembre, suonerà la prima campanella nella capitale. E suonerà per i 16.200 bambini che sono stati ammessi agli asili nido comunali, 1700 in più rispetto allo scorso anno. «Un dato che - ha detto il sindaco Walter Veltroni - testimonia limpegno della città di Roma verso le politiche della famiglia che sono per noi una priorità». Ma di questi tempi Veltroni non riesce a parlare a lungo di Roma senza aprire lagenda della politica nazionale. Ed ecco il sindaco di Roma auspicare che anche a livello nazionale «si prenda esempio» e si avvii una politica che vede gli asili nido «come un servizio obbigatorio e non solo a risposta individuale».
Veltroni è orgoglioso del fatto che Roma sia «il Comune con la più grande rete di asili nido pubblici, a oggi 181». Ma forse qualcuno dovrebbe spiegargli che sarebbe strano che non fosse così, essendo il comune di Roma di gran lunga il più popoloso dItalia. Più legittimo lorgoglio per gli «altissimi standard qualitativi e le tariffe più basse dItalia, con la media di 146 euro al mese, e soprattutto una retta ferma dal 2001».
Il sistema integrato fra strutture comunali, asili privati e aziendali convenzionati, ha permesso di raddoppiare lofferta che è passata da 8320 posti nel 2001 agli attuali 16.200. Veltroni ha poi annunciato che «entro dicembre entreranno altri 1790 bambini: 671 posti arriveranno dalla completa applicazione del 15 per cento, meccanismo di aumento della capienza di posti in ogni struttura in base alla reale frequenza dei bambini; altri 1120 posti saranno invece creati con lapertura di 18 nuove strutture, principalmente nei quartieri periferici della città». Lofferta nei servizi educativi per la prima infanzia a Roma entro fine anno arriverà quindi a coprire 18mila posti, che equivalgono al 25 per cento dellofferta su tutti i bambini romani tra 0-3 anni, circa 73mila, mentre la media nazionale è del 10 per cento.
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