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L'Unione europea adotta sanzioni contro il regime libico

Embargo sulle armi e visti bloccati per 26 notabili di Tripoli. Intanto il commissario Ue all'Energia rivela: "Il regime di Gheddafi non controlla più i giacimenti petroliferi". Frattini: "L'accordo di collaborazione reso necessario dall'immobilismo dell'Unione Europea".

L'Unione Europea esce dall'attesa e l'incertezza e adotta le prime sanzioni contro il regime di Gheddafi. È quanto ha annunciato la presidenza ungherese di turno dell'Ue al termine del Consiglio Ue energia a Bruxelles. I provvedimenti Ue vanno oltre quelli già varati dall'Onu. Sono previste in particolare tre misure: l'embargo del settore delle armi e delle attrezzature antisommossa; il divieto di rilasciare i visti a 26 notabili del regime libico; il congelamento dei beni del colonnello Gheddafi, di cinque suoi familiari e di 20 alti funzionari.
Il commissario europeo per l'Energia, Guenther Ottinger, ha anche reso noto che il regime di Gheddafi non controlla più i principali campi petroliferi libici. Per Oettinger, ci sono fondati motivi per ritenere che i maggiori giacimenti di gas e petrolio in corso di sfruttamento siano passati sotto il controllo delle formazioni ribelli. E questo sarebbe anche il motivo per il quale l'Ue ha deciso di varare sanzioni non generalizzate ma mirate nei confronti degli esponenti della famiglia Gheddafi. Sul fronte caldo che interessa l'Italia più da vicino, quello dei possibili flussi migratori diretti verso le coste del Mediterraneo, non è stato ancora deliberato nulla. Si va, comunque, verso un vertice Ue straordinario per affrontare la questione libica e più in generale dell'immigrazione che dovrebbe avvenire «il prima possibile». È quanto si apprende da fonti diplomatiche, che non hanno però potuto confermare l'ipotesi che sta circolando in queste ore di un Consiglio europeo già questo giovedì o venerdì o durante il fine settimana.
La richiesta è partita dal presidente francese Nicolas Sarkozy e ha incontrato il sostegno di Italia e Spagna. La portavoce dell'Alto rappresentante Ue Catherine Ashton, interrogata sulla questione, ha affermato che «se un vertice simile venisse proposto, noi sosterremmo pienamente l'idea e, per l'Alto rappresentante questo dovrebbe avere luogo il prima possibile». La convocazione ufficiale del vertice Ue spetta al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.
L'Ue, in queste ore, sta anche tentando di prendere contatti con l'opposizione libica che si sta organizzando nelle regioni liberate del paese. «Stiamo cercando di stabilire dei contatti con il Consiglio in Libia», ha spiegato Maja Kocijancic, portavoce di Catherine Ashton, ma «l'azione è in corso e non sono disponibili ulteriori dettagli». In ogni caso è chiaro che l'Europa «sostiene le aspirazioni democratiche e intende lavorare su questa base», ha aggiunto la portavoce. Sullo sfondo Franco Frattini replica a chi, a posteriori, giudica la politica italiana di collaborazione con la Libia. «Firmare l'accordo con la Libia si rese necessario perchè purtroppo l'Ue non si era mossa e l'Italia non poteva affrontare da sola il problema dell'immigrazione clandestina» dice il ministro degli Esteri. «L'Italia non accetta di essere la guardia costiera dell'Unione Europea.

Era assolutamente necessario avere un accordo per fermare il flusso degli immigrati diretti in tutta Europa, non in Italia».

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