M5S all'attacco: "Napolitano boia". Pronta la messa in stato d’accusa

M5S contro il capo dello Stato: "Non tutela le opposizioni. Firmati decreti incostituzionali". Il Pd: "Si scusino subito". La procura apre un procedimento per vilipendio

M5S all'attacco: "Napolitano boia". Pronta la messa in stato d’accusa

Tira una brutta aria di resa dei conti. Dopo settimane di ostruzionismo contro il dl Imu-Bankitalia, i Cinque Stelle decidono di sferrare contro il Quirinale un attacco senza precedenti. "Il boia Napolitano avalla queste posizioni per cucirci la bocca" è la sentenza letta dal deputato stellato Giorgio Sorial nel corso di una conferenza stampa dai toni accesi. Le accuse mosse al capo dello Stato sono tutt'altro che velate: si parla di incostituzionalità dei decreti firmati da Re Giorgio e, soprattutto, si minaccia della messa in stato di accusa. Il movimento di Beppe Grillo prova così a sferrare un attacco frontale alla più alta carica dello Stato nella speranza di obbligarlo alle dimissioni.

Il grimaldello per muovere la guerra a Napolitano è la possibile tagliola sui tempi di approvazione del dl Imu Bankitalia. Il pesante j’accuse arriva in una conferenza stampa in cui i Cinque Stelle denunciano l’illegittimità e l’incostituzionalità di altri decreti, privi di coperture e approvati dalla Camere. I deputati pentastellati ribadiscono che la richiesta di messa in Stato d’accusa arriverà a breve. Per il momento, al presidente della Repubblica hanno deciso di prendere carta e penna e scrivere tante lettere quanti saranno i decreti che, a loro giudizio, verranno approvati "in violazione della legge e delle regole del Parlamento". A partire dalla legge si stabilità e di bilancio. È Maurizio Santangelo, capogruppo al Senato, a esordire in un "virtuale" processo al capo dello Stato. Parte denunciando "le gravi violazioni avvenute dal punto di vista della legge e delle regole parlamentari" sulla legge di stabilità e bilancio dell’ultima finanziaria. Secondo Santangelo, Napolitano è "garante del governo e del duo Berlusconi-Renzi", ma è "assente" a garanzia del parlamento e degli italiani. "Napolitano dimostra di non garantire in alcun modo le opposizioni", incalza Sorial in un crescendo di accuse: "Noi siamo la vera opposizione che ha colto i partiti di sorpresa e ciò ha fatto sì che Napolitano si esprimesse contro di noi« in questa legislatura".

Nel corso della conferenza stampa i grillini non fanno passi indietro sulla richiesta di impeachment. Anzi, fanno intendere che arriverà a breve. "Vogliamo sapere se il Capo dello Stato è garante della maggioranza o degli italiani. In questo momento non ci sembra che lo sia", commenta Elisa Bulgarelli ricordando i continui richiami di Napolitano all'omogeneità delle norme dei decreti legge. Con le lettere che invieranno al capo dello Stato, i Cinque Stelle fanno un'ulteriore passo verso la rottura definitiva con il Quirinale. La minaccia dell'impeachment, gli insulti, il "contro-discorso" di fine anno: la strategia dei seguaci del comico genovese mira a tenere sotto scacco Napolitano. Una strategia che destabilizza le altre forze politiche. "È un atteggiamento insopportabile - ha commentato Matteo Renzi - una forma di stupidità, prima ancora che di violenza verbale, che non ha eguali nella storia repubblicana".

Mentre i democrat invitano Santangelo e Sorial a "chiedere scusa", gli alfaniani si sono attivati per aprire un procedimento per vilipendio. La procura di Roma sta esaminando il caso e sta valutando se sussistano gli estremi per l’avvio di un’azione penale. La questione dunque sarà affrontata dai vertici di piazzale Clodio.

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