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M5S. Scoppia il caso "Corrao". Partito diviso tra 'poltronisti' e dissidenti

Il nome è di quelli che fanno rumore: Ignazio Corrao, europarlamentare e volto storico del Movimento cinque stelle in Sicilia, è stato sospeso dal collegio dei probiviri

M5S. Scoppia il caso "Corrao". Partito diviso tra 'poltronisti' e dissidenti

Continuano le fratture all’interno del Movimento 5 stelle. I probiviri hanno sospeso l’ennesimo grillino. Questa volta è toccato all'eurodeputato Ignazio Corrao. Insieme a lui anche i colleghi a Bruxelles Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato. Corrao sarebbe stato rimosso anche dal suo incarico di responsabile (facilitatore) degli enti locali del movimento.

Un "cartellino giallo" da parte dei vertici romani nei confronti del politico schierato in prima linea con Alessandro Di Battista. Nella versione ufficiale sulla motivazione della sospensione per un mese dal movimento, ci sarebbe il voto in dissenso di Corrao rispetto al gruppo all’europarlamento, in merito al pacchetto di investimenti per combattere gli effetti negativi, a livello economico, dell’emergenza coronavirus. Ma potrebbe essere, in realtò, solo una scusa per ammonire quella parte del movimento che continua a invocare i vecchi ideali politici dimenticati. Ciò che ha fatto saltare dalla poltrone i vertici romani del movimento, infatti, sarebbe stato il mettere in discussione da parte di Corrao, la conferma di Claudio Descalzi all'Eni.

In un lungo post su Facebook datato 18 aprile, Corrao scriveva: “…La forza del M5s nasce anche dal disgusto che ha pervaso gli italiani, dinanzi alla affermata consuetudine per cui i guai con la giustizia fossero in politica più un motivo di vanto che di ignominia. Con tutti i condizionali del caso e nella giusta presunzione di innocenza, troppo spesso ai cittadini si è dato concreto motivo di pensare che tra l’interesse pubblico e quello privato ci fossero troppe inopportune commistioni. La più grande presunta tangente della storia italiana (1,1 mld) vede protagonista come imputato per corruzione internazionale l’ad di Eni Claudio Descalzi. Oltre un miliardo di tangenti sarebbero state pagate da Eni per ottenere un giacimento in Nigeria. Soldi che sarebbero piovuti sui conti correnti di manager, politici e faccendieri e su cui ancora non si è fatta luce”.

Sembrerà un caso ma 4 giorni dopo (22 aprile ndr) i probiviri hanno aperto un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Anche l’ex senatore dei 5 stelle, Mario Michele Giarruso, prima di essere espulso dal movimento aveva contestato la conferma di Descalzi come ad dell'Eni.

Chi mette in discussione le posizioni del Movimento 5 stelle ha seri problemi all’interno del partito e rischia l'espulsione. Una forma di democrazia un po' particolare che potrebbe essere fotograta in un post sui social della deputata nazionale Rosalba Cimino: “Abbiamo appena terminato l’assemblea del gruppo Camera con Vito Crimi. È il tempo della responsabilità e dell’unità. Ogni fuga in avanti è un pericolo per la tenuta del Paese. Ogni giorno si fanno scelte difficili, ma necessarie. Massima fiducia nel governo Conte e nella sua coalizione”.

Un movimento spaccato tra i "potronisti", fedelissimi a Conte, e i dissidenti che rivendicano i valori politici della prima ora. Ma l’europarlamentare Corrao non si fa prendere dall’ansia e continua la sua lotta interna al partito, che avrà il round finale durante gli Stati Generali del Movimento 5 stelle in programma per l’autunno.

Corrao ha annunciato in una chat del partito che non farà reclamo: "Accetto il verdetto dei probiviri.

"Continuerò a lavorare con la grinta di sempre e spero che il futuro congresso, che spero sia prima possibile, dia la possibilità al Movimento di rinnovarsi e rilanciarsi".

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