«Macché Pdl immobile Faremo vedere a tutti un candidato fuoriclasse»

«Macché Pdl immobile Faremo vedere a tutti un candidato fuoriclasse»

(...) «Qui siamo fuori tempo massimo. E poi, questo tipo di consultazioni vale solo se ci sono candidati che si propongono. A Genova non c’erano».
Intanto avete le strategie.
«Infatti. Nel recente congresso genovese il Pdl ha dimostrato di essere un partito serio, normale, che sceglie democraticamente una dirigenza anche a seguito del forte impegno degli iscritti. E in questa sede, domenica scorsa, abbiamo messo a punto il programma. Che è altrettanto importante del candidato sindaco».
Le linee programmatiche, dunque, in estrema sintesi.
«Ci vuole una premessa: il Comune di Genova è uno dei più indebitati d’Italia, è nella lista nera del ministero dell’Interno per il parametro di deficitarietà: 1375 milioni di euro di buco, con 120 milioni di interessi sui prestiti da pagare! Dovremo ereditare una situazione pesantissima».
Sarà difficile poter fare qualcosa.
«Nonostante tutto, c’è spazio per il buon governo. Che significa puntare non tanto alla gestione dell’esistente, quanto piuttosto allo sviluppo del territorio, alla crescita economica, e quindi all’incremento dei posti di lavoro. La ricetta c’è».
... e passa attraverso?
«... attraverso, innanzi tutto, ma non solo, la realizzazione delle infrastrutture stradali e ferroviarie, la costruzione dello scolmatore e dell’impianto di smaltimento dei rifiuti, la crescita dei traffici portuali. Tutti problemi che si sono incancreniti perché le amministrazioni guidate dalla sinistra hanno portato la città allo sfascio e al bilancio in profondo rosso senza fornire autentiche soluzioni concrete».
Però ci vuole un sacco di soldi, lo Stato non dà più niente.
«I soldi si trovano, ad esempio con lo strumento delle “obbligazioni di scopo“ sottoscritte dai genovesi. È anche così che possiamo fare lo scolmatore, di cui si parla da almeno trent’anni, così come il termovalorizzatore, per chiudere Scarpino, la seconda discarica più grande d’Italia, che avvelena le falde acquifere. A proposito: scordiamoci la soluzione improponibile e costosissima proposta dal sindaco Vincenzi, il gassificatore».
Ci sta anche la gronda?
«Certo che ci sta. Non solo la gronda di ponente, ma anche quella di levante, saldate assieme in modo da creare una vera e propria tangenziale da Arenzano a Chiavari. E qui Marco Doria, il candidato uscito dalle primarie del centrosinistra, non ha capito che Genova o supera l’isolamento e investe, o non esiste e muore».
Altre grandi città l’hanno fatto.
«Infatti: Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze hanno riorganizzato i nodi urbani sotto il profilo viabilistico. Perché noi no? Solo Genova, governata dalla sinistra, è rimasta colpevolmente al palo».
Tanta carne al fuoco, ma dicono che per vincere le elezioni ci vuole un’alleanza politica più ampia. Lo sostiene anche qualcuno di voi: bisognava associare Lega, Udc, Terzo Polo. Magari appoggiando Musso.
«Un momento. È Musso che si è messo fuori. Al di là del rispetto per la persona, dico che è Musso che ha rotto con noi, dopo essere stato eletto come capolista del Pdl al Senato. Oggi come oggi è diventato una scelta assolutamente impraticabile».
Insisto: pare che altri, fra voi, la vedessero in maniera diversa, su Musso e sulle alleanze allargate.
«Precisiamo: per quanto riguarda la Lega, non ci sono mai stati problemi. Del resto, continuiamo a governare con loro in Lombardia, Veneto e Piemonte. Io stesso ho appena avuto un lungo colloquio con Calderoli, ma dialogo anche, a livello locale, con Rixi e Bruzzone. E con loro, che stimo molto, non si è mai rotto il rapporto».
Diverso l’atteggiamento verso il Terzo Polo.
«L’Udc, Casini e Monteleone hanno voluto dimostrare che il Terzo Polo esiste, e hanno scelto Musso. Noi abbiamo posizioni diverse, anche se, per carità!, non stiamo mica litigando. Altro discorso è dire che dobbiamo cercare per forza la convergenza, o addirittura subirla. Però, vedrete, gli elettori moderati daranno ragione a noi».
Gira e rigira, pare che lei, senatore Grillo, prenda le distanze da Claudio Scajola.
«Io Scajola non l’ho visto al congresso di Genova. Posso dire che fino alla vigilia lui aveva espresso un forte ascendente, ma da domenica scorsa c’è una nuova dirigenza alla guida del Pdl in Liguria».
Insomma: Scajola è ridimensionato, ha vinto Grillo.
«Non è questione di vittoria e sconfitta. Qui ha vinto, ripeto, il partito nuovo, serio, normale.

Se poi vogliamo dire che Luigi Grillo, che da sempre vive in Liguria e si impegna per la Liguria, è pronto e disponibile fin da subito a confrontarsi con chiunque, e quindi anche con Scajola, sui problemi di Genova e della regione, ebbene io sono qua. Incontriamoci pure».
Voleva dire: scontriamoci pure?
«Questo lo dice lei... Ma mi faccia pure un’altra domanda».Ferruccio Repetti

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