Cronache

La macumba sul palco di Rapallo

La macumba sul palco di Rapallo

Erika Falone

Rossiglione, 1956. In via Don Minetti vengono costruite due casette bifamiliari, suddivise in due appartamenti ciascuna.
Case apparteneti all'Arte che, proprio da quel lontano '56, non hanno mai conosciuto un solo lavoro di manutenzione. Tetti fatiscenti con infiltrazioni ovunque, grondaie pericolanti da anni, canali di deflusso ormai corrosi dalla ruggine e dal tempo. Il tempo sta segnando anche le facciate, che si sgretolano sui sottostanti marciapiedi condominiali.
La denuncia dello stato di abbandono delle casette arriva dal signor Domenico Caneva, padre dell'assegnatario dell'interno B2. Secondo quanto portato alla luce dal signor Caneva, facendo due conti, la cosa più conveniente sarebbe abbattere le palazzine e costruirle ex novo. Lo stato di degrado è tale da implicare l'impiego di diverse migliaia di euro per poter ristrutturare i quattro appartamenti.
Ma non finisce qui. Durante lo scorso inverno, a causa delle condizioni precarie del tetto, i soffitti dei quattro vani dell'interno 2 finiscono per essere letteralmente invasi da verdastre macchie di muffa.
L'appartamento al piano superiore, l'interno 4, è vuoto da oltre 6 anni: dopo il decesso della sua assegnataria, infatti, non è mai più stato assegnato. Neanche non ci fosse la crisi degli alloggi. A luglio, il signor Caneva invia ad Arte e al Comune di Rossiglione un esposto per informarli della situazione.
Dopo insistenti telefonate e continui rinvii di settimana in settimana, il 22 agosto alla porta dell'interno 2 si presenta una coppia di operai per controllare lo stato delle infiltrazioni dal tetto.
Sopresa. Nell'appartamento sfitto i due non trovano alcun segno sui soffitti. Pertanto,salutano e se ne vanno. Senza eseguire alcun controllo sul tetto. «In agosto - spiega in una sua "lettera-denuncia" il signor Caneva -, probabilmente le macchie di umido di un'eventuale infiltrazione avvenuta in inverno erano già belle che asciugate». Ma questo non giustifica il mancato controllo al tetto.
Dei fatti viene informata anche la polizia municipale di Rossiglione, inviata a compiere un sopralluogo di verifica per una eventuale segnalazione alle autorità competenti. A oggi, il signor Caneva non ha ricevuto ancora alcuna risposta.
Resta poi il giallo dell'appartamento sfitto da più sei anni.
«Il sospetto è che, trattandosi di appartamenti decisamente carenti sotto il profilo igienico sanitario - spiega il signor Caneva -, sia Arte che Comune, per evitare poi reclami da parte dei possibili inquilini, abbiano deciso di lasciare vuoto l'interno». In attesa di una risposta, Caneva passa alle provocazioni e chiede che il Comune si decida a intervenire privatizzando l'area o radendo al suolo le fatiscenti costruzioni.

A mali estremi, estremi rimedi.

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