Madre e figlio aggrediti davanti al San Martino

Un uomo di 51 anni e sua madre ultraottantenne sono stati aggrediti da sei punkabbestia e due pittbull, nel primo pomeriggio di ieri, davanti all’ospedale San Martino.
L’aggressione si è trasformata in un vero e proprio pestaggio durato diversi minuti, senza che nessun addetto alla sorveglianza dell’ospedale o passante potesse intervenire. Inutile anche l’estremo tentativo dell’aggredito di cercare riparo con la madre nei giardini della struttura sanitaria per cercare di sottrarsi ai delinquenti.
La ricostruzione dei fatti, fatta dalle due vittime, è forzatamente molto frammentaria: il cinquantunenne, che sta accompagnando la mamma a effettuare una visita medica, ha un diverbio con una parte dei suoi aggressori già a bordo dell’autobus «17»; sceso dal mezzo pubblico, si rende però conto subito di essere inseguito da uomini e cani.
Quando i punkabbestia raggiungono i due all’interno del comprensorio del San Martino, aizzano i cani, privi di guinzaglio e museruola. Da lì inizia il pestaggio: l’uomo, che si frappone fra i suoi aguzzini e la madre, viene picchiato con pugni, calci e persino con un paio di chiavi che gli causano una ferita sulla testa: anche la donna viene colpita da due calci. L’aggressione termina solo con l’intervento di una guardia giurata: gli aggressori si danno alla fuga, madre e figlio vengono portati al pronto soccorso. L’uomo, che ha avuto la peggio, avrà sette giorni di prognosi e tre punti alla testa.
Non è la prima volta che punkabbestia tossicodipendenti si rendono protagonisti in zona di fatti criminosi: fra l’altro, la vicina sede del Sert che distribuisce metadone favorisce indirettamente la permanenza di bande di delinquenti che ruotano intorno ai tossicodipendenti. Come ha dichiarato l’uomo aggredito, dovrebbero esserci maggiori controlli per garantire la sicurezza dei cittadini, particolarmente in un’area frequentata da persone in visita ai ricoverati.


«Il fatto di essere stato oggetto di violenza in un luogo che dovrebbe essere sottoposto a rigida sorveglianza - insiste l’uomo - mi fa ancora più male delle botte che ho ricevuto, perché mi fa sentire in continuo pericolo. Ho più dolore dentro che fuori».
Due settimane fa, nello stesso quartiere, un’altra tossicodipendente, sempre «accompagnata» da un cane di razza pittbull, aveva aggredito un uomo.

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