Alfredo Di Stefano dovrà subire un intervento chirurgico al cuore. Nella notte tra venerdì e sabato scorso era stato colpito da infarto e ricoverato allospedale di Sagunto per essere poi trasferito alla clinica de la Fe, a Valencia. Di Stefano, che compirà ottantanni il 4 luglio del 2006, aveva raggiunto la figlia, a Sagunto, per trascorrere le festività, quando, dopo la mezzanotte di venerdì, ha accusato dolori fortissimi al petto. Trasferito in ambulanza allospedale, i primi esami avevano accertato linfarto del miocardio e la necessità di nuovi controlli che potevano essere effettuati in unità più attrezzata, quella appunto di Valencia.
Il test angiografico ha ribadito le lesioni coronariche che esigono un intervento chirurgico ma questo potrà essere effettuato soltanto quando le condizioni del paziente, che ieri ha avuto un attacco febbrile «al limite», si saranno regolarizzate. La prognosi resta comunque grave. Di Stefano, che è malato di diabete e già sofferente di cuore, ha per il momento reagito alle cure dei medici e ha dialogato con i parenti e con il presidente del Real Madrid Florentino Perez e con Juan Soler, presidente del Valencia, che hanno raggiunto la clinica de la Fe. Il professor Anastasio Montero, responsabile dello staff medico che segue Di Stefano, ha spiegato che al paziente è stata applicata una macchina che gli consente una contrazione regolare cardiaca ma che il cuore ha subito una serie di lacerazioni profonde e sarà dunque necessario un by pass per migliorare la circolazione.
Alfredo Di Stefano è, sicuramente, una leggenda del calcio mondiale. Oggi è presidente onorario del Real Madrid, club con il quale ha vinto 8 campionati spagnoli, cinque coppe dei campioni, 1 coppa intercontinentale, 1 coppa di Spagna e 5 titoli di capocannoniere della liga ma ha un passato illustre con il Deportivo Millionarios in Colombia e con River Plate e Hurricane in Argentina, la sua terra di origine, a Buenos Aires. La sua carriera conta 1090 partite e 789 gol, 6 presenze con la nazionale argentina, 4 con quella colombiana e 31 con quella spagnola.
Quando, con la camiseta del River Plate, giocò insieme con Hugo Reyes, José Moreno, Angel Labruna e Felix Loustau, un giornalista argentino, Roberto Neuberger, lo battezzò «saeta rubia»: era la freccia bionda, per la rapidità di esecuzione, per il colore dei capelli, per limmagine fulminea che suggerivano i suoi movimenti in campo.
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