Roma

Mafie, sequestrati beni per 30 milioni

Ville-bunker hollywoodiane, appartamenti, terreni, auto di lusso, un’imbarcazione, quote in società di servizi, ristoranti, un centro clinico convenzionato: beni per circa 30 milioni di euro, sequestrati nei giorni scorsi dalla Divisione anticrimine della polizia su mandato della sezione applicazione misure di prevenzione del Tribunale. Le mafie reinvestono sempre più a Roma in attività legali i proventi illeciti dei loro affari. Un patrimonio importante quello sequestrato con l’operazione «Easy Money», riconducibile a noti esponenti della mafia siciliana e della ’ndrangheta calabrese, collegati a personaggi di spicco della criminalità organizzata capitolina. In particolare la polizia ha sequestrato 4 ville intorno a Roma (Grottaferrata, Olgiata, Infernetto, Frascati, quest’ultima un vero bunker con telecamere e campi da tennis); tre appartamenti nella capitale; terreni a Latina e qualcuno a destinazione agricola vicino Reggio Calabria; 21 auto di lusso (una Ferrari, una Porsche, 4 Bmw e altri veicoli di grossa e media cilindrata); un’imbarcazione da diporto di 18 metri; 7 società di servizi (rappresentanza, ristorazione e solarium); attività commerciali e di servizi (orologeria, articoli per telefonia, la clinica convenzionata Radiologica romana vicino a via Cassia, due ristoranti all’Infernetto e a Fiano Romano. I beni - compresi conti correnti bloccati ma non ancora esaminati dagli investigatori - erano intestati a cinque persone, o a loro parenti, coinvolte negli anni scorsi in grossi traffici internazionali di stupefacente: Massimiliano Avesani, 47 anni di Roma, arrestato nel settembre scorso nel Principato di Monaco e condannato a 20 anni per traffico internazionale di droga (estradizione in corso); Candeloro Parrello, 52 anni di Palmi (Reggio Calabria), latitante esponente di spicco della ’ndrangheta condannato a 18 per traffico internazionale di droga e associazione di tipo mafioso; Fortunato Stassi, 53 anni di Partanna (Trapani), elemento di spicco di Cosa Nostra, rinviato a giudizio per traffico internazionale di droga in concorso e per associazione di tipo mafioso; Giuseppe Utzeri, 48 anni di Narcao (Cagliari), latitante condannato a 14 anni per associazione criminale finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Del quinto personaggio non riportiamo il nome perchè il suo avvocato, contrariamente a quanto dicono gli investigatori, sostiene che è completamente estraneo alla vicenda e non è mai stato condannato per alcun reato. Alcuni di loro furono coinvolti negli anni scorsi in maxi-sequestri di droga. Gli inquirenti hanno assicurato che le attività commerciali e lavorative sotto inchiesta saranno preservate, per tutelare i lavoratori «in buona fede». Per il questore Giuseppe Caruso «è ormai acclarato che la criminalità organizzata fa affari anche nella capitale e si è affinata nel reimpiego di capitali illeciti in Italia e all’estero.

Le mafie hanno la necessità di reinvestire i loro patrimoni immensi e questo si riscontra a livello mondiale».

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