Malato dalla nascita

Ha solo un anno ma la malattia genetica con cui è venuto al mondo lo mostra decrepito: è il governo Prodi che non ha gambe per camminare (né la maggioranza in Parlamento, né quella nel Paese) malgrado la voracissima bocca e una testa che purtroppo non sa coordinare i movimenti

Ha solo un anno ma la malattia genetica con cui è venuto al mondo lo mostra decrepito: è il governo Prodi che non ha gambe per camminare (né la maggioranza in Parlamento, né quella nel Paese) malgrado la voracissima bocca e una testa che purtroppo non sa coordinare i movimenti.
Ministri come Giordano vanno a Mirafiori per trovare Cipputi, ma Cipputi li avverte che l’ultima volta ha votato per la CdL e che è da un pezzo finito il mito della classe operaia che va in paradiso, come recitava il titolo di un vecchio film con Gian Maria Volonté. Il governo Prodi c’è, ma nessuno lo ama e nessuno lo carezza nella sua ispida culla: Repubblica, giornale padrino e patrigno, constata con realistica tristezza che il sensorio non è più vigile e che il consenso cala in un crollo progressivo dei valori vitali cui fa da contrappeso un’arroganza balbuziente del piccino che susciterebbe tenerezza, se non prevalesse l’impulso di prenderlo a ceffoni. Non riconosce benefattori, e non è riconoscente nei confronti di chi l’ha preceduto e ha creato le condizioni di un gettito fiscale di lusso. Tresca con i peggiori terroristi islamici ma, con schizofrenia, è costretto a mandare in Afghanistan elicotteri da combattimento e truppe adeguate alla bisogna.
Addirittura il piccino finge di essersi ritirato dall’Irak, dove invece staziona in armi un piccolo contingente di italiani che però devono vivere in clandestinità e non farsi vedere, altrimenti la sinistra antiamericana dà di matto e si lancia in deliri furiosi.
Il governo Prodi è giovane, ma non si farà. Si è già fatto milioni di nemici fra i suoi stessi elettori, fra i lavoratori dipendenti e statali, ha scontentato i riformisti prigionieri della camicia di Nesso della sinistra alternativa e ha scontentato la sinistra radicale che non vede molto di quel che voleva. Il governo Prodi è piccolo e cocciuto, è sordo alle richieste del Paese reale e non ha mai recuperato il bene della vista per vedere almeno la propria impopolarità. Di governi in decrescita se ne sono visti tanti, non saremo così ipocriti da non ricordare che il governo del centrodestra attraversò il sentiero minato dei suoi cinque anni subendo sconfitte e rovesci elettorali, ma non saremo così disonesti da non ricordare che quel governo perdeva una parte del consenso dopo averne raccolto in misura enorme.
Il grinzoso governo Prodi che compie un anno ed ha un alito politico che non lascia ben sperare, perde invece consenso partendo da zero e andando a capofitto sotto zero, forse invidioso dello zero assoluto della fisica, collocato se ricordiamo bene a –273 gradi centigradi. Il piccino non ha riserve, non ha energie, ma è cocciuto, esangue, rabbioso. Sa che non camminerà mai, ma siede con il visino torvo e comanda.

Tutti, frustrati e devastati, sanno che non vivrà e che la sua sorte è segnata. Il voto siciliano lo ha poi inebetito sicché appare sconnesso anche nelle componenti politiche che, realisticamente, discutono di accanimento terapeutico e come staccare la spina.
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