Tra malizia e bon ton, la donna è sempre più sexy

New YorkCi sono donne che non hanno bisogno di urlare per farsi sentire, incapaci di violenza e volgarità, ma piene di quella forza tranquilla con cui costruire la vita ogni mattina. Alberta Ferretti è così: una donna speciale che veste donne speciali. «A svestirle ci penserà il loro principe azzurro» diceva l’altro giorno a New York dopo la deliziosa sfilata Philosophy per il prossimo autunno/inverno. Torna il cosiddetto «composé», ovvero l’abito assortito al cappottino, con una sinfonia di tinte acquerellate: rosa spento, celeste polvere, giallo canarino, glicine e mauve. Tutto è corto ma non micro, scostato dal corpo e senza scollature per via della raffinata linea ad A che lascia immaginare le curve senza mostrarle. Il risultato è seducente e malizioso: come se Kate Middleton prendesse dal guardaroba della regina madre le regole del bon ton per poi tradurle a modo suo con ironia e modernità. Così il buon vecchio scamiciato che appiattiva le pettorute e rimpolpava le segaligne, diventa sexy nella versione a macro quadretti Vichy bianchi e gialli sotto al cappottino di visone in tinta. Invece il vestitello in pizzo di maglia leggero quasi galleggia sulla crinolina che mette in risalto le calze velate ma con la riga colorata in tinta con le scarpe a tacco alto, quadrato e punta a biscotto. Insomma una donna che trasmette il rispetto di sé anche attraverso l’abito. «A me piace interrogare gli uomini sulle donne mentre progetto la mia moda», rivela la stilista. «Sono stufi di quelle con cui non possono dialogare, forse siamo noi a dover riscoprire le regole della vera femminilità».
Incapace di parlare di moda come prodotto estetico e culturale, ma capace di mettere se stessa in tutto quello che fa, Victoria Beckham, ha presentato ieri la sua prima collezione senza corsetti che tolgono il fiato, per magre da morire. «Ho scoperto che la libertà può essere bellissima», ha cinguettato la signora in attesa del quarto figlio per giugno anche se non si vede rotondità sotto l’elegante camicione in cashmere color nocciola che poi ha fatto sfilare su una modella probabilmente più in carne di lei. Insomma c’erano dei bei capi a uovo, tubini con la scollatura a V che «sfina», cappotti avvolgenti e lunghe gonne a pieghe oltre ai soliti abiti strizzati e con una lunga zip sulla schiena che sono la sua firma.
Insomma, Lady Beckham ha fatto sfilare tutto quanto può servire per essere glamour in gravidanza, compresa un’acconciatura da madonna rinascimentale firmata dal parrucchiere più chic di New York, l’italianissimo Guido Palau.
Molto più sportiva e nel suo genere perfetta, la sfilata di G-Star Raw era ispirata all’esploratore metropolitano con tanto di marsine dotate di maxi tasche in cui far sparire i capi. Il marchio olandese specializzato in denim di lusso partecipa al progetto Democratic di Coin con un’iniziativa straordinaria: 5.000 paia di jeans da 120 euro il prossimo 12 marzo verranno venduti in 32 negozi Coin a 10 euro l’uno per sostenere Action Aid, associazione che in Sierra Leone costruisce pozzi e scuole. Altrettanto nobili gli intenti di Edun, marchio di abbigliamento ecocompatibile ed equo solidale fondato da Ali Newson, moglie di Bono Vox. Peccato che adesso il 49 per cento del brand sia stato rilevato dal Gruppo Louis Vuitton Moet Hennessy. I capi continuano a essere prodotti in Africa e lo stile è sempre molto casual ma con un certo non so che di chic e di profumo di business.


Si respira proprio questo alla presentazione di Gant, brand americano di proprietà svedese disegnato da Michael Bastian. L’idea in sé banale del guardaroba per una coppia rifugiata dentro una baita scandinava alla fine si venderà: quando fa freddo servono maglioni, non veli da odalisca.

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