Malore di Peres a un comizio, paura a Tel Aviv

ALLARME Il Nobel per la Pace ha ripreso i sensi dopo pochi minuti, minimizzando l’episodio

Malore di Peres a un comizio, paura a Tel Aviv

Tel Aviv Il presidente israeliano Shimon Peres è stato ricoverato ieri notte all’ospedale Shiba di Tel Aviv dopo essere svenuto durante una cerimonia. La notizia è stata anticipata dal sito del quotidiano israeliano Haaretz e ripresa dai media di tutto il mondo. Il premio Nobel per la Pace, 86 anni compiuti da poco, ha avuto un malore mentre si trovava all’Yitzhak Rabin Center (edificio che prende il nome dal premier israeliano ucciso nel 1995) a nord di Tel Aviv, dove stava svolgendo un intervento dinanzi a rappresentanti dell’organizzazione «Giovani del presidente», un sodalizio patrocinato dallo stesso capo dello Stato che riunisce uomini d’affari israeliani in erba.
Dopo aver risposto ad alcune domande rivoltegli dal pubblico Peres è svenuto ma ha ripreso i sensi dopo pochi minuti e si è rialzato in piedi, rassicurando i presenti e minimizzando l’episodio. Secondo alcuni testimoni, Peres avrebbe persino tentato di riprendere la conversazione interrotta, proprio come se nulla fosse accaduto.
Il capo di Stato israeliano è stato subito curato sul posto dai paramedici personali della Magen David Adom, poi però si è rifiutato di farsi ricoverare immediatamente in ospedale. Solo l’insistenza dei familiari, e soprattutto l’intervento telefonico e l’autorità di suo genero Rafi Valdan, un luminare della medicina israeliana, lo hanno infine convinto a salire su un’automobile diretta a un ospedale.
Qui i medici avrebbero consigliato una serie di approfonditi check up. In un primo momento, i media locali avevano parlato di un ricovero d’urgenza in ospedale, ma con il passare delle ore la situazione di emergenza è rientrata. «È tutto ok. Adesso sta bene, ha avuto solo un calo di pressione - ha detto lo stesso Rafi Valdan al sito internet del quotidiano Ynet - le sue condizioni sono buone, l’incidente è superato. Ma per esserne sicuri al 100% abbiamo deciso di farlo ricoverare allo Sheba medical Center di Tel Hashomer per questa notte». Anche il suo portavoce Ayelet Frisch ha rassicurato i giornalisti: «È stata solo una questione di stanchezza, a quest’ora sarà già al telefono con mezzo mondo».
In effetti, nelle ultime settimane, Peres non si è risparmiato a nessun livello, tra viaggi ufficiali e missioni informali, interpretando le sue funzioni presidenziali con grande intensità, sia in patria sia in diversi Paesi arabi o musulmani. Attivissimo come ambasciatore itinerante di Israele e della sua immagine pubblica - ben oltre i compiti decorativi svolti usualmente in passato dai capi di Stato israeliani - Peres ha alle spalle una lunga carriera di governo, precedente alla fondazione dello Stato di Israele del 1948, e un cursus honorum con pochi paralleli. Nei giorni scorsi è stato negli Usa, dove ha incontrato Barack Obama alla Casa Bianca prima di ogni altro leader israeliano. Fra le tappe più recenti, la visita a sorpresa al presidente russo Dmitri Medvedev, a Soci, sul Mar Nero, e la presenza al Workshop Ambrosetti di Cernobbio, in Italia, dove Peres si è confrontato sul tema spinoso del rilancio del processo di pace israelo-palestinese con il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa.

È indubbio il suo ruolo cruciale anche nel delicatissimo processo di avvicinamento tra Israele e Palestina. Solo pochi giorni fa, al ministro delle Politiche Ue Andrea Ronchi, Peres aveva ribadito la volontà di «sedersi con i vertici dell’Autorità nazionale palestinese al tavolo della pace».

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