Malpensa, scontro sulla terza pista I sindaci: «Proteggiamo l’ambiente»

«La terza pista a Malpensa aiuterà a ridurre l’impatto acustico». Sea, la società che gestisce lo scalo lombardo, dà tutte le garanzie del caso ma i sindaci del Cuv (consorzio urbanistico volontario) arricciano il naso e finché non vedono non credono. «Vogliamo al più presto la valutazione ambientale strategica sul progetto» tornano a chiedere a gran voce.
I primi cittadini dei paesi a un passo da Malpensa temono di dover subire altri disagi con la costruzione di una terza pista: più rumore, più inquinamento, meno sicurezza. «Abbiamo molto apprezzato la disponibilità al confronto del presidente Bonomi - spiega il presidente Cuv in carica per questo semestre, Maddì Reggio, sindaco di Golasecca - ma dobbiamo avere la garanzia che un territorio già fortemente pregiudicato dalla presenza dell’aeroporto possa sopportare un altro carico come la terza pista».
«Già Malpensa così com’è - commentano i sindaci - è difficile da sopportare. La terza pista è un progetto che va valutato con attenzione. È chiaro che ci preoccupi». Del progetto e della qualità dell’ambiente si discuterà sabato prossimo in un convegno a Somma Lombardo in provincia di Varese. «La trasformazione del territorio - spiega la Reggio - deve essere filtrata da chi ci vive». Di questo sono ben consapevoli anche i vertici di Sea che assicurano come «non possa esistere un vero sviluppo senza il consenso del territorio».
In attesa della valutazione ambientale del progetto, Sea spiega i vantaggi della terza pista: pronta per Expo 2015 e «indispensabile per il rilancio dell’aeroporto». Si articolerà nelle brughiere intorno allo scalo, lontano dai centri abitati, e quindi l’impatto acustico sui comuni, già messi duramente alla prova dalla convivenza con Malpensa, sarà ridotto ai minimi termini. «Andiamo a raccontarlo agli abitanti di Lonate Pozzolo» polemizza la presidentessa del Cuv.
Si procederà passo passo verso l’apertura dei cantieri e ogni decisione sarà discussa assieme agli enti locali durante la conferenza dei servizi. La prossima tappa è il parere tecnico di Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, atteso entro Natale. Poi si procederà con la Valutazione di impatto ambientale e solo dopo si potranno dare ai sindaci le risposte che aspettano. «Quello che ci sta a cuore più di ogni altra cosa - spiega la Reggio - è salute dei cittadini. Il convegno ci servirà a capire di più». Al momento gli unici dati certi sono quelli che emergono dallo studio dell’ente nazionale statunitense sulle infrastrutture aeroportuali che promuove il progetto della terza pista e ne dichiara l’utilità. Servirà, tra le altre cose, a far uscire definitivamente Malpensa dalla crisi. Mentre gli altri scali europei sono nel pieno della sofferenza per il calo dei passeggeri, lo scalo lombardo si è già fatto le ossa. Da quando Alitalia lo ha abbandonato nel 2008 l’aeroporto ha subito cercato di reagire, affrontando la crisi economica del 2009 con uno spirito un po’ più battagliero rispetto ad altri hub. «Arriveremo pronti al 2010 - assicurano alla Sea - quando il traffico riprenderà a salire».

E la terza pista servirà appunto a sostenere il maggior via vai. Già qualche avvisaglia della ripresa c’è: nel mese di ottobre si è registrato finalmente un segno positivo sul numero dei passeggeri (+0,6%) contro un -5,6% del mese precedente.

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