Da mamme a imprenditrici, l’asilo è «micro»

Le «scuoline» un’opportunità per famiglie che non trovano più posto in altre strutture

Marisa de Moliner

Fare la mamma e guadagnare. Un’opportunità per chi vuole dedicarsi completamente ai figli e per quei genitori che non hanno trovato posto nei nidi comunali. Questo è davvero un gran problema a Milano. Ai genitori che non riescono a iscrivere i bimbi nei nidi comunali non resta che optare per i nidi privati. Le cui rette non sono però alla portata di tutti. Si tratta in genere di una spesa mensile di 600-700 euro. Allora perché non scegliere il nido famiglia, e magari decidere di aprirne uno. Un modo per accudire il proprio figlio e guadagnare uno stipendio di tutto rispetto.
«In un nido familiare si fanno pagare in media rette mensili di 500 euro», spiega Rita Zecchel, l’ideatrice di Happy Child, l’organizzazione che ne ha già fatti aprire oltre trenta in Lombardia e che ha organizzato in via Zanoia 1 un seminario per insegnare alle aspiranti vice-madri il da farsi per aprire un nido. Il corso prevedeva due incontri a distanza di tempo, un manuale con tutte le istruzioni necessarie (comprensivo dei moduli indispensabili per avviare l’impresa) e un cd che mostra come gestire un nido.
«Una cifra che viene subito ammortizzata con la prima retta di due bambini- precisa Zecchel - gli iscritti possono essere sino a cinque»: Quanto può quindi guadagnare una mamma che decide di trasformarsi in educatrice professionista? «Calcolando 500 euro complessive di spese mensili per i pasti, i pannolini e quant’altro- risponde l’ideatrice di Happy Child - le rimanenti rette sono tutte di guadagno. Altre spese, tranne quelle per allestire il locale da destinare a nido, non ce ne sono. Il locale da destinare ad ospitare i bambini deve far parte della casa, ma attenzione non deve essere sbaraccato la sera per essere impiegato secondo le esigenze della famiglia. Aprire un nido famiglia non è fare baby-sitteraggio. I bimbi devono essere accuditi come in un nido istituzionale, le mamme devono trasformarsi in maestre e dedicare tutto il loro tempo ai piccoli ospiti. E non fare come le baby-sitter, che tra un lavoro di casa e un altro scambiano qualche parola con il piccolo».
«Il locale per il nido famiglia- aggiunge Rita Zecchel - può trovarsi anche all’esterno. Può, per esempio, essere messo a disposizione da una parrocchia o da genitori di uno dei bimbi accuditi. Sconsigliamo di affittarne uno perché altrimenti non c’è più guadagno».
Trasformarsi in vicemadri imprenditrici in Lombardia è possibile grazie alla Regione cui spetta il primato per la regolamentazione di questo modello di nido.

Ancora una volta il Pirellone è all’avanguardia grazie alla delibera regionale dell’11 febbraio 2005.
Per chi volesse accudire il proprio figlio facendolo giocare con altri bimbi e guadagnare può telefonare a Happy Child allo 02/70630215 o connettersi al sito www.happy-child.it.

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