Mancini riparte dall'Inghilterra: perché ha chiuso col calcio italiano

Nelle prossime ore l'esonero di Mark Hughes e l'annuncio del suo arrivo sulla panchina del Manchester City. L'ex allenatore dell'Inter costretto a trasferirsi in Inghilterra perché col calcio italiano aveva rotto i ponti durante il rancoroso incarico neroazzurro

Mancini riparte dall'Inghilterra: 
perché ha chiuso col calcio italiano

L'annuncio, assicurano in Inghilterra, sarà dato nelle prossime ore. Appena diventerà insostenibile la permanenza di Mark Hughes sulla panchina del Manchester City, da sempre seconda squadra ma oggi con dichiarate ambizioni di soppiantare addirittura lo storico squadrone United. Roberto Mancini diventerà il suo sostituto con un contratto, assicurano i "boatos" di calcio-mercato, della durata consistente di tre anni. Palese la scelta degli inglesi di accelerare i tempi: vogliono utilizzare la sosta natalizia per riorganizzare i piani di mercato e dare al nuovo allenatore il tempo di studiare a puntino interventi e correzioni. Al seguito avrà Giulio Nuciari, uno dei rari superstiti del suo affolatissimo staff ai tempi di Appiano Gentile: Mihajlovic è finito a Catania con Marcolin, Salsano è rimasto a casa, il fisioterapista Viganò ha interrotto i rapporti perchè ha preso a collaborare, anche se in forma riservata e non pubblica, con l'Inter di Mourinho.
Il ritorno all'attività di berto Mancini è una buona notizia per lui, la sua famiglia e il calcio italiano. Da mesi ormai aveva ratificato il divorzio dall'Inter raggiungendo un concordato economico sul ricco contratto che Moratti gli aveva lasciato in dono prima di liquidarlo per favorire l'arrivo di Josè. É libero perciò di trasferirsi in Inghilterra. Non dovrà meravigliare più di tanto la scelta di Mancini di riparare all'estero per proseguire la sua attività di allenatore, cominciata a Firenze, proseguita alla Lazio, e conclusa per ora con i due scudetti all'Inter punteggiati però dal fiasco in Champions.
"Mancio", così lo chiamano affettuosamente i suoi amici e i suoi numerosi estimatori, ha fatto terra bruciata mentre vestiva la casacca interista. Travalicando i confini del suo incarico, aveva cominciato ad attaccare in modo sguaiato la Juve, innanzitutto. E questo precedente gli ha di fatto impedito di partecipare alla corsa per sostituire Ranieri o ancora per diventare l'alternativa immediata a Ciro Ferrara. L'interessato ha provato a ricucire facendo sapere che da ragazzo è sempre stato tifoso juventino ma la dichiarazione non è bastata per spazzare via tutto il rancore accumulato col tifo bianconero. I suoi rapporti burrascosi con Galliani e il Milan gli impediranno a vita di poter un giorno sedere sulla panchina rossonera, il precedente laziale lo ha marchiato a vita anche per un eventuale contatto con la Roma. L'unica via d'uscita, per allenatore in Italia, resta la Sampdoria che ha sempre considerato la sua seconda casa calcistica.


All'augurio, per il professionista che si appresta a difendere i colori della scuola italiana a Manchester, aggiungiamo la raccomandazione di non ripetere gli errori commessi ai tempi di Appiano allorquando ogni insuccesso era motivato dall'ostilità del palazzo o degli arbitri o di Moggi. A Manchester e dintorni, tra l'altro, non capirebbero.

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