Stefano Vladovich
Preso il «signore della droga». Marcello Speranza, 58 anni, fra i 100 ricercati più pericolosi dItalia, è stato fermato al confine con lex Jugoslavia mentre tentava di rimpatriare sotto falso nome. Appartenente alla vecchia guardia della criminalità calabrese trapiantata nella capitale, Speranza era appena uscito dal supercarcere di Lubiana dovera rinchiuso da 2 anni per una rapina compiuta durante la latitanza. Riconosciuto dagli agenti di frontiera, luomo è stato bloccato. Sono bastate poche ore per scoprire una vecchia ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura antimafia: un cumulo di pena per oltre 13 anni da trascorrere nelle patrie galere. Speranza era scomparso alla fine degli anni 90 dalla sua villa bunker di Casalpalocco dovera costretto agli arresti domiciliari. Controllato più volte al giorno da polizia e carabinieri, a un certo punto decide di fuggire. Una lunga carriera criminale quella di Speranza: importatore di droga in quantità industriale dai Balcani, titolare di numerose società e imprese di copertura, per anni è stato lincubo numero uno della Criminalpol. A mettergli per primi le manette, nell82, gli allora funzionari di polizia Di Gennaro, Munari e Pansa. Centro operativo del traffico di eroina e cocaina, una trattoria nel quartiere Appio Latino gestita da un personaggio legato al boss calabrese Francesco Canale. A dare il via al blitz lomicidio dello stesso Canale, ucciso pochi giorni prima a Pomezia da 4 sicari. Ma è negli anni 90 che i fratelli Speranza si alleano con i capi storici della Banda della Magliana. Nel 92 sono i carabinieri di via In Selci a sequestrare la principale attività di copertura degli Speranza: una casa di cura allInfernetto, dietro la quale la Dia scopre un gruppo ben organizzato per il riciclaggio di denaro sporco. Finiscono in carcere 12 persone. Passano due anni, Squadra mobile e Ucigos mettono a segno un colpo che resterà nella storia della malavita romana. È il maggio del 94 quando, scatta loperazione «Macedonia 1»: il traffico di eroina dalla Turchia allItalia è di proporzioni gigantesche e Marcello Speranza finisce di nuovo in carcere. Un giro che coinvolge Albania, Macedonia, Ungheria, Turchia ed ex-Jugoslavia. La merce viene presa in Ungheria, raffinata in Albania e trasportata a Roma ben nascosta nei doppifondo dei serbatoi delle auto. Altri 2 anni e Speranza finisce nella maxi retata legata alle cosche calabresi operanti sul litorale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.