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«Mano de Dios» o una mano da Bergonzi?

Inversione di tendenza. Nell’ultimo weekend il fascino delle grandi, fino alla scorsa giornata largamente premiate nei casi dubbi, non ha fatto colpo sugli arbitri. Clamoroso in particolare il rigore negato all’Inter da Bergonzi che ha giudicato involontario il mani di Abate nell’area del Torino: episodio evidente, verificatosi per di più a campo aperto. Impossibile sbagliare valutazione. Il fischietto di Genova è lì, a pochi metri, vede tutto, ma non fischia, lascia giocare. In tv avrete visto le facce di Mourinho, sembrava un cartone animato. Interrogativo: come si fa a ritenere involontario un mani del genere? Boh. L’aspetto curioso della faccenda è che s’è verificato due settimane dopo le spiegazioni fornite da Collina sulla volontarietà o meno del fallo di mano. Forse anche quella di Abate è una mano «de Dios». Ancora un’imprecisione di Rosetti a Reggio Calabria. Il nostro numero uno ha punito con il rigore una cintura di Mexes a Corradi senza accorgersi che contemporaneamente l’attaccante si era aggrappato alla maglia del difensore. Per una volta la Reggina ha ringraziato e la Roma imprecato. Al contrario Banti ha letto bene il contrasto fra Canini e Marchionni in Juventus-Cagliari. Lui ha lasciato correre. E la moviola gli ha dato ragione.


PS A guardalinee invertiti il Catania avrebbe pareggiato a Bergamo e il Genoa non avrebbe battuto il Palermo. A quando l’uso della moviola?

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