Fabrizio Ravoni
da Roma
Una bocciatura del genere, a Finanziaria «aperta» (cioè, in Parlamento), non sera mai vista. Eppure, sia Fitch sia Standard and Poors (S&P), lhanno data. Due fra le più importanti agenzie di rating del mondo hanno deciso di declassare il voto riconosciuto al debito pubblico italiano. Fitch lo ha ridotto da «AA» a «AA-». S&P un gradino sotto: da «AA-» a «A+».
Più dei voti, però, sono rilevanti i giudizi che sono alla base della decisione del declassamento. Entrambe le agenzie ritengono che questa legge finanziaria non permetterà di far scendere il deficit sotto il 3% del Pil nel 2007. Per S&P sarà del 3%, per Fitch del 3,3%.
«Il downgrading (il declassamento) - spiega Moritz Kraemer, analista di Standard and Poors - riflette la risposta inadeguata del nuovo governo ai problemi strutturali dellItalia sul fronte economico e di bilancio». E precisa che lobiettivo del governo di ridurre il deficit viene «seguito attraverso aumenti delle tasse». Ne consegue che la manovra ha aggirato lostacolo della riduzione della spesa, radice degli squilibri - secondo S&P - di bilancio e precondizione per la discesa del rapporto debito-Pil.
Poi, con una formula e un lessico mai sperimentati prima, Kraemer spiega che il declassamento è stato deciso in quanto «la Finanziaria ha deluso» le aspettative di risanamento alimentate dal Dpef, un documento che aveva «obiettivi ambiziosi», traditi dalla manovra.
Anche in questo caso, è la prima volta che S&P fa un collegamento così diretto fra Finanziaria e Dpef; e come questi due documenti non siano in sintonia fra loro. Standard and Poors offre anche una spiegazione di come ciò sia potuto avvenire. «Le concessioni fatte dallestrema sinistra e ai sindacati non sono più utilizzabili come moneta di scambio per riformare pensioni e ridurre la spesa».
Con il risultato che «i trend di spesa si mantengono inalterati»; se non addirittura in aumento. Lagenzia americana, infatti, si rifiuta di calcolare come un risparmio i 6 miliardi delloperazione Tfr. E nutre dubbi anche sulla lotta allevasione fiscale. «Le speranze di ottenere entrate addizionali» dalla diminuzione dellevasione «appaiono esagerate». Insomma, unanalisi critica a 360 gradi. Non a caso il titolo del rapporto di S&P è, «Finanziaria italiana 2007: si chiude la porta su unaltra possibilità di risanamento».
Stessi toni e medesimi giudizi arrivano anche da Fitch. Lunica differenza è che la più piccola delle agenzie di rating prende in considerazione un periodo temporale più ampio. «Labbassamento del rating - spiega una nota - riflette il deterioramento delle finanze pubbliche dellItalia, che ha visto il debito pubblico salire dal 2004 e lavanzo primario calare bruscamente a riflesso della pressione del lato della spesa».
Insomma, neanche Fitch trova nella legge finanziaria le risposte al contenimento delle spese. Brian Coulton, lanalista di Fitch che ha seguito il rapporto sullItalia, in una conference call spiega che la fragilità della coalizione di governo rende difficile per lesecutivo ridurre la spesa pubblica, maggior responsabile della situazione dei conti pubblici italiani.
Per il momento, Moodys, la terza agenzia mondiale, lascia invariato il rating sul debito pubblico. «I problemi strutturali dellItalia sono già rispecchiati nel rating attuale», spiegano fonti dellagenzia.
Dopo i declassamenti di Fitch e S&P, il Portogallo scavalca lItalia nella classifica dei voti più alti a livello europeo. Dietro a noi cè ormai solo la Grecia.
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