«Mara Carfagna? È il ministro più bello del mondo»

Non ha dubbi il quotidiano tedesco «Bild», che nella versione online ha pubblicato due foto della nuova responsabile delle Pari opportunità

«Mara Carfagna? È il ministro  più bello del mondo»

Più bella di Tanja Karpela, che pure è stata miss Finlandia, che pure se la guardi bene, e ti conviene farlo, pare la sorella gemella di Bo Derek, partita dalle sfilate di bikini e lingerie è arrivata con passo lungo e felpato al ministero dell'Istruzione. Per arrivare così lontano nessuno aveva gambe più lunghe delle sue. Più bella di Rama Yada, giovane, nera, sexy, segretario di Stato agli Esteri del governo Fillon, senegalese di nascita, pupilla di Sarkozy, forse per quegli occhi che bruciano se ti guarda di traverso. S’è fatta un codazzo di portaborsette, dicono che sia una tipa bella e impassibile, l’unico peccato è che non guarda in faccia nessuno quando a dire il vero ci sarebbe una fila lunga così. Più bella persino di Carmen Kass, la prima modella candidata alle elezioni europee, la donna più ricca dell'Estonia, 25mila euro a sfilata, volto preferito di Dior e Calvin Klein, ma famosa per aver prestato il pube rasato a forma di G sui manifesti di Gucci e per aver pubblicamente dichiarato non indosso mai abbigliamento intimo, forse perché è il modo migliore di mettere a nudo la politica. Che ministro non è mai diventata, ma noi che siamo ottimisti non disperiamo mai. Più bella di tutti. Senza trucco e senza inganno. «Berlusconi ha la ministra più bella del mondo», grida la Bild, quotidiano popolare tedesco, sull’edizione on line, e ce l’ha con Mara Carfagna, nuovo ministro per le Pari opportunità del quarto governo Berlusconi. E fanno pure gli spiritosi: «Riusciranno i deputati a concentrarsi sulla politica? I dubbi sono giustificati...». Tu intanto pensa per te che noi poi ci arrangiamo per contro nostro. E per illustrare al meglio la tesi i crucchi ritirano fuori quelle foto un po’ così, le solite, che girano da anni, ma che non dispiace mai rivederle, dell’onorevole quando non era onorevole, ma miss Cinema e quasi miss Italia. «Ecco com’è bollente la politica italiana» insiste petulante la didascalia. Se sono invidiosi peggio per loro. Tanto ormai lei ci è abituata. In Spagna perfino il madrileno As, che è pure un giornale sportivo, aveva fatto la stessa operazione, qualche tempo fa, piazzandola sull’ultima di copertina, le stesse foto, che non dispiace mai vederle, alle quali persino lei si è arresa: «Se i miei colleghi parlamentari le hanno sbirciate pazienza, sono contenta per loro. Almeno avranno passato qualche attimo di allegria». Così imparano. Sul New York Times invece c’è finita per quella battuta del Cavaliere, sennò che cavaliere sarebbe, che suonava più o meno «se non fossi già sposato la sposerei», come se altri, parlamentari e no, non avessero pensato, almeno per una volta, la stessa cosa, come se altri non fossero disponibili a sposarla anche subito, anche se già sposati: «Certo avrei preferito finire sul New York Times per un disegno di legge piuttosto che per una battuta galante». Vabbè, ma non si arrabbi così.
Oggi Mara Carfagna, 33 anni ancora da compiere, salernitana, è tutta un’altra cosa rispetto a quelle foto, che non dispiace mai vederle, pubblicate dalla Bild: «Non amo andare conciata in un certo modo, non indosso mai cose vistose, anche perché mi sentirei troppo a disagio». È stata miss Cinema, valletta di Domenica In, «ma nello stesso periodo mi sono laureata in Giurisprudenza». Non si è mai ubriacata, non si è mai fatta uno spinello, dice che la «castità è un valore condivisibile» e guai a farla mettere insieme con uno di sinistra. «Sarebbe una sfiga pazzesca...» e come darle torto. Non ha mai fatto programmi volgari, mai dato scandalo, mai provocato pettegolezzi, almeno fino al New York Times. Nei suoi primi giorni alla Camera si presentava quasi sempre vestita di bianco, nero e beige, per il giuramento ha optato per pantaloni e giacca grigio perla. Fa di tutto insomma per passare inosservata e mai che ci riesca una volta. Dice: «La bellezza è un vantaggio ma non in questo ambiente». È il cervello poi che fa la differenza.

Ma vallo a spiegare ai tedeschi che sulla copertina hanno sparato un titolo tutto italiano «Mamma mia» e insistono con quelle immagini, fatte a Procida, tanti anni fa. Ci creda, signor ministro, c’è di peggio di quelle foto senza veli. Le foto della Merkel nuda per esempio...

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