Marca 2013, non c'è crisi per la Grande distribuzione

«Marca» è una fiera in controtendenza che continua a crescere per numero di espositori (saranno 350 nell'edizione 2013) e visitatori di anno in anno e che - nonostante il prezzo del biglietto costi 70 euro - continua a dare a BolognaFiere, che la organizza, una discreta soddisfazione anche sugli incassi della biglietteria. La manifestazione è interamente dedicata all'incontro tra l'offerta di produttori e la domanda della «Grande distribuzione», interessata a scovare fornitori di prodotti da distribuire a proprio marchio (le cosiddette «private label»).
Incontrare una grande catena di distribuzione, per le aziende locali, vuol dire in molti casi fare il salto di qualitá e avvicinarsi - seppure rinunciando al nome, ma comunque valorizzando i propri prodotti - a mercati altrimenti irraggiungibili. Inoltre, il mercato di riferimento che continua a crescere, grazie alla differenziazione a allo spuntare di nuovi centri commerciali e punti di vendita della grande distribuzione in tutto il Paese, è il vero motivo del successo di una fiera che registra una serie di record positivi e dà soddisfazione a espositori e visitatori, pur in una situazione di crisi di consumi.
La «Grande distribuzione», pur in tempo di crisi è in piena salute, ma non solo, continua a creare valore aumentando a un ritmo del 25% annuo anche le rendite dei propri fornitori.
Questo è infatti l'aumento di valore di un prodotto che entra nel circuito della «Grande distribuzione organizzata», secondo gli esperti che convoglieranno presso Bolognafiere nei due giorni di «Marca» (16 e 17 gennaio). Nessuno svantaggio per i piccoli produttori, ma anzi la possibilità di aprire mercati, altrimenti inaccessibili, e addirittura di crearne di nuovi. Superando la classica diatriba tra produttore e distributore e su chi guadagna meglio, con la moderna distribuzione da ipermercato e supermercato, i produttori per approfittare della capillarità e alla modernità della «Grande distribuzione organizzata» possono giocare un ruolo da protagonista. Per esempio, consorziandosi con altri competitor per assicurare puntualità e quantità, o lavorando di fantasia e intercettando a monte i gusti dei clienti, come nel caso dei prodotti quasi pronti da condire, infornare e mangiare che si trovano in tutti i supermercati già impacchettati e che prima erano appannaggio del bottegaio sotto casa. Si capisce perché, nonostante la crisi, ci siano produttori disposti a pagare anche 70 euro per varcare i cancelli di BolognaFiere nelle giornate di apertura di «Marca» in cui ogni anno incontrano, in maniera professionale, i propri attuali o potenziali distributori.
«La “Distribuzione moderna” ha coadiuvato lo sviluppo delle circoscrizioni economiche nazionali dell'agroalimentare, vale a dire i bacini produttivi delle nostre eccellenze agricole e delle preparazioni alimentari di qualità su tre livelli nell'ultimo decennio, assicurando a ognuno un aumento di valore», spiega Roberto della Casa, docente di marketing dei prodotti agricoli all'Università di Bologna e autore della ricerca «Concentrazione dell'offerta e marca del distributore: un binomio virtuoso per lo sviluppo della filiera agroalimentare», che sarà presentata durante il convegno d'apertura di «Marca», il 16 gennaio alle ore 11 in Fiera. Il futuro della produzione agricola, quindi, è sempre più nelle mani di una distribuzione organizzata che richiede, però, una produzione altrettanto organizzata, capace di tenere fede agli impegni e alle richieste, soprattutto di qualità, tracciabilità e certificazione, che sono proprie dei prodotti che finiscono sui banchi dei supermercati.


Anche per questo motivo, la fiera «Marca» by BolognaFiere ha ottenuto il patrocinio di ExpoMilano assieme ad Adm, associazione della distribzione moderna (partner che raccoglie le principali insegne commerciali) per il contributo che le prossime edizioni della manifestazione, da qui al 2015, potranno dare alla declinazione del tema di Expo: nutrire il Pianeta.

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