Marchionne in Cina: Nanjing investa

da Milano

Nuova missione cinese per l’ad della Fiat, Sergio Marchionne. Il viaggio, previsto a breve, suona come un vero ultimatum per il partner Nanjing: o si mette in riga e dà il via libera agli investimenti necessari per consentire la produzione della Linea e della Grande Punto nel Paese o la Fiat stringerà un accordo con un altro partner. Entro il 2010 la casa torinese conta di produrre in Cina 300mila veicoli rispetto ai circa 30mila attuali, un obiettivo ambizioso per il raggiungimento del quale è però necessario dare un forte colpo di acceleratore ai programmi. Sembra che Marchionne sia disposto a concedere a Nanjing una sorta di tempi supplementari. Sempre che il partner, da tempo distratto dall’acquisizione di Mg (ieri a Longbridge, in Gran Bretagna, è stato riaperto il sito da cui usciranno le riedizioni dei modelli sportivi inglesi i cui componenti saranno per lo più «made in China»), manifesti ancora interesse a seguire gli italiani. In caso contrario, per la Fiat (più 3,05% ieri in Borsa) sarebbe pronto un allargamento della cooperazione con Chery.

«In questo momento - ha detto al Giornale Andrew Humberstone, da un anno capo di Fiat Auto in Cina - non riguarda il volume delle vendite, ma come organizzarci per il futuro allo scopo di rispettare gli obiettivi per il 2010-2011. L’auspicio è che Nanjing torni a concentrarsi sulla Fiat. Non possiamo ritardare ancora i nostri piani».

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