Pierluigi Bonora
da Milano
Solo pochi mesi fa il messaggio sarebbe parso azzardato. Prendere anche la Fiat, insieme alla Ferrari, come modello per il Paese di vitalità e di ripresa avrebbe comportato non pochi rischi. Ma il fatto che ieri, allinaugurazione del Motor Show, Luca di Montezemolo abbia messo laccento sul ritrovato smalto del gruppo torinese la dice lunga sulla convinzione, nel management del Lingotto, che la svolta è ormai dietro langolo. «La battaglia, però, è ancora dura - ha precisato il presidente della Fiat - e non vorrei dare la sensazione di un ottimismo sopra le righe. Il gruppo, comunque, chiuderà il 2005 in utile». A Bologna, dove Montezemolo ha parlato nella veste di numero uno della Fiat, uomo Ferrari, leader di Confindustria, massimo rappresentante della Fiera e imprenditore del lusso, cera anche Sergio Marchionne, lamministratore delegato del Lingotto a cui lEconomist, in un lungo servizio, ha attribuito i meriti della rinascita del gruppo di Torino. «È un giudizio - ha commentato il top manager durante la visita alla rassegna - che devessere letto nel contesto del successo che stanno avendo la Fiat e la squadra impegnata nelloperazione di rilancio. Lambiente che si respira nei nostri stand è nuovo ed è tutto merito di chi lavora in Fiat, Alfa Romeo e Lancia».
Intanto si va avanti sulla strada delle alleanze, attraverso accordi industriali mirati: i vertici della Fiat hanno citato in particolare quello con lindiana Tata. «Seguiremo tutte le opportunità, Marchionne sta valutando diverse cose», ha detto Montezemolo.
Al centro dellattenzione anche il risultato positivo sul mercato italiano: «Il 30,1% raggiunto nel mese di novembre - ha spiegato Marchionne - è stato del tutto naturale, non abbiamo forzato assolutamente niente. Abbiamo semplicemente risposto alla domanda del mercato». Lamministratore delegato del Lingotto ha poi osservato che «i prodotti e la rete commerciale sono disposti a fare quello che è necessario per portare avanti la Fiat. Si può ricostruire la quota e limmagine nei mercati, un pezzo alla volta. Sono contento perché ci stiamo riavvicinando al consumatore».
Ora lobiettivo è laffermazione del marchio Alfa Romeo: «Dobbiamo fare un lavoro damore - dice Marchionne - perché è un marchio che ha una grandissima capacità, ma lo ha tradito la quota di novembre. Non è ancora riuscito a ingranare, ma con il lancio della Brera le cose miglioreranno. È molto bella. E lo spider lo è ancora di più. Lo vedrete a Ginevra. LAlfa si deve affermare nel suo mercato, in Italia, e poi da qui partire. Lo abbiamo visto con la Fiat e il successo che ha avuto a novembre.
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