La marcia indietro di Schumi «Mi fa male il collo, non corro»

Non sarà Michael Schumacher a guidare la Ferrari numero 3 a Valencia al posto di Felipe Massa. Lo hanno bloccato i suoi medici, Johannes Peil e Wilhelm Weber, dopo un attento esame e un consulto lunedì sera. «Troppi rischi di incolumità a tornare a correre, il collo non è guarito». In febbraio il tedesco si era fatto male volando in aria con la sua Honda Superbike a Cartagena, in Spagna. Una botta terribile, era rimasto inanimato sull’asfalto. Fu ricoverato in ospedale e rilasciato nel tardo pomeriggio per tornare a casa con il suo aereo. Per qualche tempo non si era fatto più vedere, non aveva rivelato che il problema era più grave del previsto, con microfratture nella zona del collo. Poi era scomparso, senza dire nulla, senza spiegare che l’incidente era stato terribile. Soltanto in un’intervista televisiva rilasciata dopo qualche mese aveva rivelato di aver avuto paura di morire: «Ero rimasto senza sensi, non so se per un mancamento o per altro. Però avevo avuto l’impressione che il mio cuore si fosse fermato».
Ma la chiamata della Ferrari aveva galvanizzato il sette volte campione del mondo che aveva lasciato la Formula 1 da tre anni. Sentiva di poter dare ancora qualcosa. E aveva accettato la proposta di Luca di Montezemolo come una sfida anche con se stesso, ma anche in segno di riconoscimento, in un momento difficile, nei confronti della Scuderia. Doveva guidare al posto del brasiliano infortunato a Valencia il 23 agosto nel Gran Premio d’Europa. Invece al suo posto ci sarà Luca Badoer, uno della famiglia di Maranello, da dodici anni impegnato nel difficile compito di test-driver. Lui in pista per le prove, gli altri che si succedevano negli anni in gara.
«Purtroppo - ha fatto sapere Schumacher che oggi terrà una conferenza stampa a Ginevra (ore 14, diretta televisiva su Sky 200) - non sono in grado di disputare una corsa. Ho fatto tutto il possibile, con terapie e allenamento, ma con mio grande rammarico non ha funzionato. Ci speravo, ovviamente. Devo restare a casa». La rinuncia di Michael ha ovviamente creato sorpresa. Tutti lo aspettavano, si era creata un’attesa quasi spasmodica. Il rinnovato interesse per una Formula 1 in crisi, i biglietti che andavano a ruba, gli organizzatori ed Ecclestone felici per la loro borsa, gli avversari pronti a dargli battaglia. Ma chi ci è rimasto male è proprio lui, il Kaiser, che aveva assaporato il piacere di un clamoroso ritorno. «Ha fatto bene - ha affermato Norbert Haug, responsabile della Mercedes - la salute prima di tutto». Anche Angela Merkel, cancelliere tedesco, è d’accordo. Ma, chissà che una volta guarito, Schumi non ci ripensi. Non è da escludere. Questa ipotesi è sostenuta persino da Marcello Lippi. Il ct della Nazionale di calcio italiana da Coverciano ha affermato: «Ci sono delle ragioni, se ha dovuto prendere questa decisione. Secondo me, però, il suo dietrofront non è definitivo».
Intanto però il rammarico è forte: «Sono molto dispiaciuto - ha dichiarato Luca Cordero di Montezemolo - per il problema che impedirà a Michael di tornare a gareggiare. In questi giorni avevo potuto apprezzare il grande impegno e la straordinaria motivazione che lo animavano e che avevano coinvolto il team e gli appassionati in tutto il mondo.

Il suo ritorno avrebbe sicuramente fatto bene alla Formula 1 e sono certo che lo avremmo rivisto lottare per la vittoria. A nome della Ferrari e di tutti i suoi tifosi desidero ringraziarlo per il grande attaccamento alla squadra dimostrato in questa circostanza».

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