Marco Ongaro

Nacque a Conegliano, nel Veneto, alla fine del XII secolo. Era detto «ongaro» perché i suoi erano scappati dall'Ungheria invasa dai magiari. Nel 1225, un anno prima della morte di S. Francesco, i frati minori avevano aperto un piccolo convento a Conegliano. Marco l'«ungherese» fu tra quei moltissimi che rimasero subito affascinati dall'ideale francescano. Vestì dunque il saio nel conventino posto fuori dalle mura cittadine. Nel 1227 poté incontrare un francescano illustre, S. Antonio di Padova. Questi proprio in quell'anno era stato nominato superiore provinciale della Lombardia, termine che a quel tempo indicava praticamente tutta l'Italia settentrionale. Il santo portoghese (S. Antonio si chiamava in realtà Fernando de Bulhoes) stava visitando tutti i conventi francescani e si fermò anche a Conegliano. Marco Ongaro rimase per tutta la vita nel suo convento, dove esercitava l'ufficio di cuoco (non complicato, data l'estrema semplicità del cibo dei frati). Sono testimoniati di lui parecchi miracoli anche mentre era in vita. Morì nel 1248 e venne sepolto nella piccola chiesa poi detta San Francesco Vecchio. Fu subito annoverato tra i patroni della città. Già nel 1337, essendo Conegliano afflitta da calamità, le autorità decisero di portare le sue reliquie in processione davanti a tutto il popolo e il clero.

Ancora nel XVII secolo venivano a venerarle pellegrini perfino dall'Ungheria. Nel 1808 il solito Napoleone soppresse i conventi e le reliquie furono portate nel duomo. Dal 1948 stanno in una preziosa urna, ex voto della cittadinanza per la protezione ottenuta in guerra.

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