Iniziata un mese fa, la Biennale internazionale di arte e scienza, organizzata a Roma dal Crm (Centro ricerche musicali diretto da Michelangelo Lupone e Laura Bianchini), chiude questa sera, al Palladium, in collaborazione con RomaEuropa, con un doppio concerto da guinness, alle 20,30 ed alle 22. Di Salvatore Sciarrino, il nostro compositore più eseguito nel mondo (il Festival di Salisburgo. in agosto, gli ha dedicato una rassegna di ben quindici giorni) si esegue un già celebre brano, scritto nel 2000: Studi per lintonazione del mare, spessissimo eseguito sia per loriginale ricerca sonora sia per linsolito organico: voce solista (Daniel Gloger), quattro flauti solisti, capeggiati da Mario Caroli; quattro sax solisti (i componenti del Lost Cloud Quartet), un percussionista (Jonathan Faralli) e uno sterminato esercito di flauti e sax come orchestra: precisamente 100 flauti e 100 sax, agli ordini di Marco Angius. Organico insolito, per una composizione dal titolo insolito. La composizione venne sollecitata a Sciarrino dai Frati del Sacro Convento, che ne avevano prevista lesecuzione nella Basilica superiore nel 2000, in occasione della riapertura, a restauri ultimati dopo i crolli del terremoto del 1997. E i pochi versi cantati fanno riferimento alla raccolta di pietre da parte dei frati di San Francesco, per servire al restauro della sua chiesa. Successivamente la composizione cambiò destinazione e anche titolo.
«La composizione - ci dice Sciarrino - è basata sullinfinito rispondersi fra piccolo e grande. Vi è, certo, anche un lato spettacolare offerto dal numero degli esecutori. Ma esso diviene secondario dinanzi al fiorire della musica o allincanto dei giganteschi fenomeni acustici naturali che si ottengono dal moltiplicarsi di minuscoli suoni. Pensiamo agli infiniti suoni del mondo. Alle orecchie di chi apre la propria coscienza, anche il deserto si popola: sono le voci del silenzio». E la ragione del titolo dove va cercata? «Anche il mare, con le sue onde, è intonato, come qualunque altro elemento che per la sua vastità può risultare indistinto. Si può partire da unonda, sulla quale il vento sta cominciando il suo lavoro e dalla quale si propaga una lieve vibrazione. Ma ci sono anche venti selvaggi ed onde smisurate, la cui furia si racconta a distanza. Anche questo io racconto. A un certo punto lorizzonte sospeso dei flauti trascolora lentamente in un battito appena percettibile, come quando comincia a piovere.
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