Benedetto XVI è in ginocchio davanti alla statua della Vergine di Fatima, davanti alla cappellina delle apparizioni nella Cova da Iria. Prima ricorda lattentato a Giovanni Paolo II, che proprio qui «ha ringraziato quella mano invisibile che lo ha liberato dalla morte». Poi, la sera, consacra al cuore immacolato di Maria tutti i sacerdoti del mondo, perché non cedano «alle suggestioni del Maligno». Laccoglienza è calorosa, entusiasta: i migliaia di persone si sono date appuntamento nella grande spianata davanti al santuario mariano portoghese, dove Ratzinger arriva «come un figlio che viene a visitare sua Madre», in compagnia «di una moltitudine di fratelli e sorelle». Benedetto XVI, che il giorno prima, sul volo da Roma a Lisbona, aveva proposto uninterpretazione più estensiva del famoso Terzo segreto di Fatima, ieri ha rievocato lattentato del 13 maggio 1981, compiuto da Ali Agca. «Il venerabile Papa Giovanni Paolo II, che ti ha visitato per tre volte, qui a Fatima, e ha ringraziato quella "mano invisibile" che lo ha liberato dalla morte nellattentato del 13 maggio, in Piazza San Pietro, quasi trentanni fa, ha voluto offrire al santuario di Fatima un proiettile che lo ha ferito gravemente». Quel proiettile è oggi incastonato sulla corona della statua di Maria. «È profonda consolazione sapere che tu sei coronata - continua Benedetto XVI rivolto alla Vergine - non soltanto con largento e loro delle nostre gioie e speranze, ma anche con il "proiettile" delle nostre preoccupazioni e sofferenze».
È dopo il vespro, celebrato con i religiosi, che il Papa compie l«atto di affidamento e di consacrazione dei sacerdoti al Cuore immacolato di Maria». Quella consacrazione che la Vergine a Fatima chiese fosse fatta per la Russia, alla vigilia della rivoluzione dOttobre, Ratzinger la compie al termine dell'Anno sacerdotale: «Aiutaci - prega - con la tua potente intercessione, a non venir mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo e alle suggestioni del Maligno. Preservaci con la tua purezza, custodiscici con la tua umiltà».
Non ci sono riferimenti diretti allo scandalo degli abusi, ma è evidente il nesso tra questo atto di consacrazione e le parole pronunciate il giorno prima sullaereo, quando Benedetto aveva affermato che «la più grande persecuzione non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa».
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