Marie e l'esercito tra amore e guerra. "La fille" di Donizetti arriva alla Scala

Protagonista sarà il soprano Julie Fuchs. Il ritorno di Florez nei panni di Tonio

Marie e l'esercito tra amore e guerra. "La fille" di Donizetti arriva alla Scala
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È maggiorenne a tutti gli effetti, forte dei suoi diciotto anni tondi tondi, "La fille du régiment" di Donizetti che vedremo alla Scala dal 17 ottobre fino al 7 novembre. Va in scena la produzione firmata dal regista Laurent Pelly, con le scene di Chantal Thomas, tenuta a battesimo al Covent Garden di Londra nel 2007, vista in diverse capitali d'Europa, passata persino Oltre Oceano, ed ora alla Scala. Della ripresa si occupa Christian Räth. Proprio nel 2007, la Scala aveva messo in scena "La fille", per la regia di Crivelli, con Juan Diego Florez nel ruolo maschile principale, quello di Tonio. Ed è in questi stessi panni che Florez torna al Piermarini, sarà interessante osservare la metamorfosi del suo personaggio. Con lui, il soprano Julie Fuchs, nel ruolo chiave di Marie, la "fille" appunto, Pietro Spagnoli è Sulpice, Géraldine Chauvet la Marchesa di Berkenfeld, Pierre Doyen interpreta Hortensius, a Barbara Frittoli, beniamina scaligera, si riserva il ruolo cameo della Duchessa di Crakentorp. Sul podio, Evelino Pidò.

La vicenda originariamente ambientata in Tirolo, in piena epopea napoleonica, viene spostata di cento e dieci anni, al periodo del primo conflitto mondiale. Marie entra in scena come tipica figlia dell'esercito, cresciuta a pane, regole e goliardia da soldati, è un maschiaccio fatto e finito, pur piegata al ruolo di colf del reggimento per cui la si vede lavare, stirare, e pelare chili e chili di patate. Poi arriva l'incontro della vita, che la trasforma. È l'amore per Tonio, spiazzante, perché è il momento in cui scopre di essere donna, oltre che vivandiera. Peccato che Tonio sia tirolese, dunque un nemico, peccato che i soldati siano tanti padri desiderosi di interferire, peccato che lei, trovatella, si imbatta nella zia scoprendosi aristocratica dunque destinata a ben altre nozze.

Lei dama? Neanche a parlarne, è un soldataccio, che ai minuetti garbati preferisce i canti da caserma. La zia, che poi si scoprirà essere la madre, la Marquise di Berkenfeld, ha il suo bel da fare a domare la nipote selvaggia. Puntuale arriva l'happy end, trionfa l'amore, Marie sposa il suo Tonio, con buona pace di reggimenti e nobili. Viva la Francia, viva l'amore, e viva Donizetti che con quest'opera, composta in quindici giorni, continuava la sua scalata al mercato parigino, dov'era già una stella.

"La fille du régiment" è un'opera di guerra ma delle sofferenze e tragedie, neanche l'ombra. È un'opéra-comique, densa di momenti esilaranti, pur trattandosi di una comicità ottocentesca, tutt'uno con quelli intimi dell'amore che sboccia, superando una serie di ostacoli, per cui non mancano momenti patetici e malinconici.

L'ebbrezza dell'innamoramento viene tradotta da Donizetti con un virtuosismo vocale talvolta funambolico, inevitabile pensare all'aria dei nove do di petto - in bocca al lupo a Florez. Vitalissime anche le scene militari, fra adunate e rullar di tamburi.

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