Tre decenni e oltre, nel segno di una promessa. Quella di preservare e perpetuare il patrimonio di arte e cultura tipico della tradizione orologiaia svizzera, che la necessità di scendere a patti con il moderno mercato di massa rischiava di compromettere irrimediabilmente. Si può riassumere così lavventura creativa e imprenditoriale di Paul Picot, marchio deccellenza dellalta orologeria mondiale basato a Le Noirmont, nel cuore del Jura svizzero, ma nato nel 1976 per iniziativa di un italiano, Mario Boiocchi.
La passione per gli orologi, daltronde, era stata parte della sua vita fin dallinizio degli anni 50 allorché, non ancora ventenne, si era trasferito da Milano a Valenza Po per lavorare con lo zio, che allepoca era distributore per lItalia del marchio Levrette. Al suo fianco, il fratello Roberto, con il quale nei primi anni 70 rileverà lazienda di famiglia per poi dare vita alla Brm (un acronimo che sta appunto per Boiocchi Roberto Mario, ndr), la società con la quale ancora oggi, insieme ai figli Enrico e Franco, distribuisce in esclusiva per il nostro Paese gli orologi Paul Picot.
Un nome che, di per sé, rappresenta già una dichiarazione di intenti: Picot, infatti, era un artigiano francese che, ben prima dellavvento della produzione industriale, aveva disegnato, rifinito, decorato, smaltato e assemblato interamente a mano il suo orologio, e poi lo aveva firmato. Questo, secondo Boiocchi, doveva essere lo spirito della vera orologeria. Uno spirito che, anno dopo anno, si è quindi incarnato in tutti i modelli che la maison di Le Noirmont ha saputo regalare allesigente mercato dei collezionisti. Sempre coniugato, però, con la continua ricerca di soluzioni allavanguardia e meccanismi inediti dallelevato contenuto tecnologico.
Un mix vincente, quello fra tradizione e modernità, che trova forse una delle sue espressioni più compiute nella linea Atelier, probabilmente la più ampia, a livello di proposte tecniche ed estetiche, dellintera gamma Paul Picot. A distinguere la collezione, nata per sublimare in modo sottile la filosofia noblesse du détail propria dei maestri orologiai del marchio, sono i movimenti complicati, per la maggior parte esclusivi, e il design sempre classico e raffinato. Caratteri, questi, ulteriormente esaltati dallultimo nato della famiglia Atelier, un nuovo modello di prestigio che va a posizionarsi nel segmento sportivo haute de gamme: si tratta dellAtelier Classic 42-Ardesia, edizione limitata di soli trenta esemplari dove lo stile tipico della cassa Atelier si accompagna alleleganza «selvaggia» di un quadrante in vera ardesia. Una roccia preziosa dalle venature caratteristiche, estratta da cave vecchie di 300 milioni di anni, che i ricercatori di Paul Picot hanno potuto lavorare solo grazie a tecniche ultra-sofisticate, sulla scorta delle quali i pezzi di ardesia rotondi già tagliati vengono ridotti allo spessore di 0,6 mm, mettendo a dura prova la struttura friabile della pietra. E dopo altre fasi estremamente delicate, che comprendono il taglio della finestrella per la data e la realizzazione di piccoli fori per il fissaggio dei numeri applique, appena l1,5% dei materiali lavorati finiscono per essere utilizzati nellassemblaggio finale. Insomma, un autentico capolavoro dellalta orologeria dallinnegabile carica seduttiva.
Per quanto unica nel suo genere, comunque, la linea Atelier non è certo la sola, tra le tante proposte firmate Paul Picot, in grado di far «battere il cuore» degli appassionati. Altrettanto degna di nota è, per esempio, la collezione Firshire Ronde, improntata a un concetto di eleganza esclusiva e sobria dalle linee essenziali, che racchiude alcuni degli orologi più significativi del marchio: dal crono Flyback al Grandata, dal Retrograde fino al rivoluzionario Technograph, caratterizzato da un modo assolutamente nuovo di lettura dellora e delle funzioni periferiche grazie a un originale meccanismo a quadranti sovrapposti. A questi va ad aggiungersi lultima novità, un modello classico e innovativo al tempo stesso in cui la purezza del quadrante si sposa con la sofisticata tecnologia del movimento meccanico. Il tutto racchiuso in una cassa dalla dimensione generosa (40 millimetri di diametro), in omaggio alle tendenze più attuali, e soprattutto con uno spessore «extrapiatto» di soli 2,9 mm.
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