Mario Soldati e gli amori estivi

Mario Soldati e gli amori estivi

(...) essere solo di chiesa, di famiglia, e onesta morale. Valori che non potevano convivere in un rapporto così diverso. Erano tempi in cui bisognava nascondere tutto ciò, che non era di valori di vita. Il suo amico doveva escogitare una infinità di scuse pur di stare vicino alla donna che aveva mutato in modo particolare la sua esistenza.
Così venne il momento del rientro alla sua sede abituale, e con questo anche il «rivivere» quanto poteva nella lontananza affievolirsi. Rivivere nelle lettere che Mario mi leggeva e dove la donna confessava che «non ricordo di avere trascorso una giornata come quella di oggi, o mai giornata mi ha dato più soddisfazione - oggi ero veramente io - viva e vera nei miei pianti come nelle allegre risate, nelle confessioni come nelle mie domande, che finalmente si esternava per quello che realmente era ed è senza più paura di inibizioni, senza timori, solo desiderosa di amare.
Commentavamo dicendo che si notava che la donna era molto felice, che era molto contenta, anche se in qualche scritto era solita dire: «È scesa la sera, una sera triste e malinconica che mi invita a pensare a te, te ne sei andato oggi quasi di corsa con una stretta di mano, mentre io avrei desiderato salutarti in maniera più dolce e affettuosa. E così un altro giorno senza di te è trascorso. Da ieri quando te ne sei andato io ho vissuto e sto vivendo nell’attesa che arrivi al più presto domani per poterti rivedere».
Mario leggeva solo una parte delle lettere, ricche di sentimento e di passione. Alimentate da quanto il suo amico scriveva, così da avere come risposta: «Ho terminato ora di leggere per l’ennesima volta le tue lettere e ricomincerei nuovamente. Non puoi immaginare quanta compagnia mi facciano e come il mio animo si rassereni: finalmente ho trovato la persona che attendevo da anni e che fino a poco tempo fa temevo non esistesse». Sarebbe stato bello osservava Mario che quanto stavano vivendo avessero potuto farlo alla luce del sole.
Purtroppo questo non era possibile perché scriveva «come posso essere felice sapendo che mi ami, sentendomi vicino in ogni momento della giornata, avendo una pace ed una serenità a me sconosciute prima d’ora. Ma come posso essere felice se solo lei ha il diritto di viverti accanto per tutta la vita, di attenderti nella vostra casa quando torni dal lavoro, di seguirti ovunque tu vada, di curarti quando non stai bene, di riposare al tuo fianco, di darti dei figli, di volerti bene?».
Mario paragonava quanto stava vivendo il suo amico e la sua donna al preludio di un dramma, che si augurava naturalmente a buon fine, anche se vi erano troppi ostacoli affinché vi fosse un esito che non portasse dolore a entrambi. Tanto che lei scriveva «saremmo due incoscienti, due irresponsabili se ogni tanto non ci guardassimo attorno. Purtroppo ciò che ci circonda non è come lo vorremmo noi e poi è tutto falso, c’è tanta ipocrisia, però fino ad oggi entrambi abbiamo accettato quello che la nostra società ci offre e forse dovremo continuare a farlo, o ne saremo costretti».
Era una realtà che cominciava a minare il loro rapporto anche dalle frasi che dicevano «Lo so che hai grandi preoccupazioni, capisco il tuo stato d’animo e so anche che io non ti posso aiutare in nessun modo» aggiungeva che era tremendo dover rimanere passivi, senza nulla fare, quando la persona che amiamo potrebbe avere bisogno di noi. Il commento di Mario era portato a paragonare quanto stava vivendo il suo amico e la sua donna con il dire che forse avrebbero fatto meglio a prendere delle conclusioni che magari avrebbero sì fatto del male ad altri, ma che avrebbero portato i due a vivere quella vita che sentivano ricca di sentimento e di passione: anche se notava che lei iniziava a prendere coscienza il fatto che non poteva dimenticare i principi morali della sua famiglia e dell’educazione che aveva avuto.
Così tali supposizioni trovarono conferma quando lei scrisse che «ancora una giornata come quella di oggi, poi crollerò.

La notte è trascorsa quasi insonne e quando riuscivo a prendere sonno dopo poco mi svegliavo, singhiozzando. Durante tutta la giornata poi sono stata male, ma il mio era uno strano malessere».
*maresciallo dei carabinieri
ispiratore di Mario Soldati

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