Roma - Le botte dalle altre detenute prima della scarcerazione. La denuncia arriva da Luciano Giugno, marito della maestra Marisa Pucci, il giorno dopo la scarcerazione di cinque dei sei indagati per i presunti abusi sessuali su alcuni bambini della scuola materna Olga Rovere. Le due settimane passate in carcere dalle maestre, racconta Giugno, sono state un inferno: "Ricevevano continuamente insulti, perché accusate del reato considerato peggiore. Per fortuna - aggiunge - sono state tutelate durante la detenzione, evitando il contatto diretto con le altre detenute. Ma non sono state altrettanto tutelate all’uscita: lungo il corridoio - racconta Giugno - mia moglie ha incontrato altre detenute che passeggiavano liberamente, ed è stata malmenata con schiaffi e calci nel sedere".
Innocenza e sollievo Ora per la famiglia Pucci l’incubo sembra alle spalle: "La cosa più bella - spiega il marito della maestra - è stata svegliarmi questa mattina e vedere Marisa che dormiva accanto a me.
Mia moglie è una donna normalissima, e io non ho mai avuto dubbi sulla sua innocenza: mi sono battuto, ho fatto di tutto e penso che il paese abbia capito". Quanto ai genitori che hanno denunciato i presunti abusi sui loro figli, secondo Giugno "si sono contagiati a vicenda, fraintendendo alcuni comportamenti e curiosità sessuali del tutto normali per i bambini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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