Roma«È preoccupante il fatto che Massimo DAlema parli di scosse dopo larresto di persone che volevano ricostruire le Brigate Rosse».
Il ministro dellInterno, Roberto Maroni, nel corso del programma Parliamo con lelefante condotto da Giuliano Ferrara su Radio 24, non ha sottovalutato le dichiarazioni di domenica scorsa dellex presidente del Consiglio. E, soprattutto, quellinvito allopposizione a tenersi pronta ad «assumersi le proprie responsabilità».
Affermazioni sulle quali riflettere in quanto provengono da una fonte degna di considerazione. DAlema, ha spiegato il titolare del Viminale, «è uno che dice una cosa non perché gli passa per la testa in quel momento, ma perché di solito ha fondamento». Se si collegano dunque i termini usati dallex premier («scossa») e la ripresa dei fenomeni eversivi, il quadro che ne deriva non è tranquillizzante. «È preoccupante che metta vicino questa idea della scossa - ha aggiunto - a ciò che abbiamo scoperto in questi giorni, cioè la ripresa di una attività eversiva vera e propria con larresto di cinque brigatisti che stavano per ricostruire la colonna romana delle Br e sappiamo che i brigatisti avevano come obiettivo quello di uccidere la gente e chi governava».
Qualche timore, dunque, esiste e, se ad esplicitarlo è il responsabile politico dellordine pubblico, allora non si può non essere indifferenti. «Non vorrei che le cose fossero collegate», ha sottolineato il ministro, aggiungendo di non sapere se si tratti di «un caso», ma di voler «approfondire perché queste affermazioni, oltre che poco eleganti, mi preoccupano».
Le indiscrezioni circa le manovre sotterranee in corso per costituire un governo di larghe intese presieduto dal governatore di Bankitalia Mario Draghi (confermate in unintervista al Giornale dal presidente emerito Francesco Cossiga) hanno perciò un potenziale fondamento, ma una scarsa possibilità di realizzazione. «Questa idea di mettere il governatore della Banca dItalia a capo del governo è una cosa ricorrente: Carlo Azeglio Ciampi ci è anche riuscito», ha commentato Maroni. «Io non so se queste voci sono vere ma in Italia è uno sport nazionale, può essere che qualcuno ci pensi, ma è unipotesi che non può essere realizzata», ha concluso.
La campagna di stampa nazionale e internazionale antiberlusconiana, partita nel momento di massima popolarità del Cavaliere e alla vigilia della tornata elettorale, potrebbe perciò configurarsi - e sono parole del premier - come un «complotto eversivo». Ne è convinto pure il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «È un allarme giustificato». Più cauto il presidente della commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini (ex primo ministro ed ex direttore generale di Bankitalia), che la vede come una «strumentalizzazione del centrosinistra» e assicura che Draghi «alla politica non ci pensa proprio».
Ma in un momento delicato come quello attuale nulla può essere trascurato e così è stato lo stesso Maroni ad assicurare che i corpi di volontari per la sicurezza sono un ausilio alla tutela dellordine pubblico e non hanno carattere politico, come ha lasciato intendere il Msi di Gaetano Saya. «Iniziative come quella delle cosiddette ronde nere a Milano sarebbero impossibili se fosse in vigore il disegno di legge sulla sicurezza», ha precisato il ministro aggiungendo che «il nostro ddl impedisce le ronde fai da te».
Saranno i sindaci a decidere di avvalersi delle associazioni di volontari e «queste ultime devono essere inoltre iscritte in un registro e passare al vaglio del Comitato provinciale per lordine e la sicurezza». Tutto il resto, ha concluso, «è folklore o strumentalizzazione politica».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.